Campus della legalità a Priverno: focus su fiction e stragi

Campus della legalità a Priverno: focus su fiction e stragi

2 Giugno 2019 0 Di Fatto a Latina

Non erano neanche nati i ragazzi dell’ISISS Teodosio Rossi di Priverno quella estate del 1992 quando in Italia vennero fatti saltare in aria il giudice Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con le rispettive scorte, lasciando tutti basiti davanti a uno scenario che sembrava di guerra nel territorio italiano. Attraverso il campus della legalità,  di venerdì 31 maggio e sabato 1°giugno, gli studenti hanno avuto occasione per riflettere e provare ad immaginare quello che successe nel giro di due mesi. 

Il 4° Campus della legalità e della cittadinanza attiva

Nel campus della legalità, ormai appuntamento fisso di ogni anno per gli studenti, nella mattinata di sabato sono stati inaugurati, come in ogni apertura del campus, i murales a tema (nella foto in alto).  Durante il convegno “La mafia uccide solo d’estate”, nel pomeriggio di sabato, è stato fatto raccontare loro quel periodo italiano da chi è sopravvissuto alla strage di Capaci e da altri che hanno visto i loro familiari vittime di mafia.

Sono stati ospiti infatti Angelo Corbo, l’agente di scorta sopravvissuto all’attentato del giudice Falcone, Roberta Gatani, nipote del giudice Paolo Borsellino e Brizio Montinaro, fratello di Antonio (capo scorta di Giovanni Falcone morto nell’attentato). Con loro nella palestra dell’istituto c’erano anche i giovani protagonisti della serie tv da cui ha preso nome il convegno: Edoardo Buscetta, Andrea Rita Castellana, Francesca Giordano, Enrico Gippetto, Pierangelo Gullo.

Il convegno “La mafia uccide solo d’estate”

Il filo conduttore del convegno è stato tenuto da Aaron Pettinari che ha cercato di portare la riflessione su come e quanto il cinema e le fiction raccontano queste realtà. Il rischio che si corre nel creare il mito del mafioso e il pensiero nel merito di chi quelle realtà le ha vissute direttamente.

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Si è partiti dai giovani attori, che con la loro leggerezza dell’età hanno raccontato attraverso i loro occhi la loro esperienza sul set.

“Per me è stato come essere salito su una macchina del tempo che mi ha portato in quegli anni. Quello che facevano i nostri coetanei era tutto diverso rispetto a oggi, non avevano i giochi che abbiamo noi.”

Ha detto Pierangelo Bullo che ha stemperato il convegno insieme ai suoi colleghi con solarità e spontaneità.

 

Le testimonianze

Non è stato semplice per Brizio Montinaro( il primo da sin. nella foto) riportare la sua realtà dopo i racconti dei ragazzi sulla serie tv “La mafia uccide solo d’estate”.

 

Roberta Gatani ha raccontato di come ha conosciuto solo dopo l’attività di giudice di Paolo Borsellino, che per lei fino a che non è morto era solo lo zio e non riusciva a spiegarsi il perché lo avessero ucciso in quel modo.

Ha illustrato ai ragazzi il progetto della “Casa di Paolo”, una casa nel quartiere dove il giudice è cresciuto. Progetto nato per accogliere i ragazzi e toglierli dalla strada. Il giudice Borsellino raccontava quanto fosse difficile nei processi  dover condannare chi con lui era cresciuto e aveva condiviso gli anni della sua infanzia e adolescenza nello stesso quartiere.

 

A una domanda Angelo Corbo aspetta ancora oggi una risposta, dopo ventisette anni, poiché afferma:

Chi è sopravvissuto porta un peso che a volte fa pensare che sarebbe stato meglio morire.

Chiedo, perché a Capaci? Il giudice Falcone a Roma passeggiava senza scorta il più delle volte, al massimo con due agenti. “

Non chiede la risposta a questa domanda come vittima di quella strage, ma da cittadino.

 

Il convegno è stato intervallato da canzoni in tema, l’ultima è stata “Pensa” di Fabrizio Moro:

“Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine
appunti di una vita dal valore inestimabile.”

L’importanza della scuola nella società

Una scuola che spende due giorni, più quelli che sono serviti per organizzare l’evento, in convegni sulla costituzione, sulle vittime di mafia, con presentazioni di libri su temi come la droga. Organizza concerti, per spezzare e rendere più partecipi i ragazzi, non fa che contribuire a formare cittadini consapevoli e coscienti orientandoli verso una cittadinanza attiva che può fare la differenza. Dà loro chiavi di lettura critica di quella che è l’Italia di oggi a partire da quello che è accaduto in passato. Poiché a questa età la didattica può anche essere sacrificata per sposare queste cause.

 

Le stragi nella musica

Fabrizio Moro, cantautore nato negli anni 70 che ha vissuto da adolescente quella strage, come tutti quelli della sua generazione, è stato segnato da essa al punto di scrivere “Pensa”, entrata nei libri scolastici.

Ha anche fotografato quegli anni in un altro testo uscito quest’anno:

“Eccoli gli anni ’90 e mentre in Germania è andato giù il muro
la mano pulita disegna il futuro.

La terra che amiamo gioca a Monopoli,
paga il pedaggio per tangentopoli .

C’è chi bisbiglia sotto ai tappeti che esistono patti, patti segreti

ne senti parlare ma tu non li vedi.

Capi partito capi famiglia si vogliono bene che è una meraviglia
si giurano fede, fino alla morte

e saltano in aria giudici e scorte”