La lezione di Berlinguer, riconoscimento mescevico postumo

La lezione di Berlinguer, riconoscimento mescevico postumo

11 Giugno 2019 0 Di Lidano Grassucci

Non ho mai amato Enrico Berlinguer con quella sua fissa per l’esclusiva della morale, la sua idea di società grama, io ero, e sono socialista gaudente e non comunista penitente. In lui tanta di quella Italia che combatteva la vita come dramma davanti a chi la voleva vivere come opportunità. Ma quel giorno quando morì, mentre parlava alla sua gente, quella del partito comunista italiano, a Padova, con la sofferenza fisica in volto ho rivisto in lui le smorfie dei volti della fatica della mia gente, dei miei contadini. Continuo, ed ho continuato, a non condividere la sua idea di mettere insieme due controriforme, quella comunità e quella cattolica, ma ammetto che è stato una grande guida dei lavoratori, che li ha serviti in quella utopia che era il comunismo che gli ha dato dignità.  Pezzenti eravamo, siamo diventati persone, poi cittadini, non siamo riusciti a farci compagni ma quel moto, quell’idea che ci sarebbe stato un avvenire (per noi socialisti felice e giusto, per i compagni comunisti prima di tutto giusto) ci ha fatto sognare

Sì, qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come, più di sé stesso. Era come due persone in una. 
Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra, il senso di appartenenza a una razza, che voleva spiccare il volo, per cambiare veramente la vita.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti, avevano aperto le ali, senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici.

Qualcuno era comunista di Giorgio Gaber

E ho davanti l’immagine del presidente della Repubblica italiana, il socialista Sandro Pertini, che si genuflette davanti alla bara capo del partito comunista e la tocca. Non eravamo d’accordo sulla strada, ma pellegrini verso stessa città futura, quella dell’avvenire.

La fantasia non è solo propria dei bambini, ma è anche dei rivoluzionari perché senza fantasia non si può immaginare il mondo di domani.

Enrico Berlinguer, comunista