Lidano e la serietà della politica

Lidano e la serietà della politica

13 Giugno 2019 0 Di Lidano Grassucci

Sarebbe stato bello, mi sarebbe piaciuto ascoltare Ernesto Di Pastina parlare della pietà di Lidano e delle mille ragioni per fare a lui una statua bellissima che da sul suo piano, mi avrebbe appassionato una Rita Palombi che, con voce da momento solenne, spiega il luogo del belvedere come non “non luogo” da occupare. O un Paride Martella che ricorda a tutti il successo della statua a San Isidoro a Sezze scalo, e magari spiegare perché somiglia tanto a Zocca.

Tra l’altro siamo vicini al 2 luglio, il giorno che, a prima mattina, il mio amico Damiano mi manda gli auguri, da mezzo secolo, e mi ricorda il mio chiamarmi Lidano. E qui il mio errore, mi scuserete, che mi sono lasciato prendere dai “ricordi”, di quando di nascosto portavo le ragazze da Latina al Belvedere, loro rimanevano stupite del silenzio e dello sguardo al piano con mille lucine. Io mi allargavo raccontando della cattedrale capovolta, e delle ossa sotto che arrivano i brividi e un bacio dopo l’abbraccio forse lo prendevo, e poi c’era il viaggio di ritorno. Certo non è politica, lo so e mi pento di aver detto la mia, mi rendo conto che la politica è altro, che la politica non si può ricordare della processione di Sant?Antinio, era il nome di mio padre, e il nome della devozione di mia nonna Pippa, e degli inni “Nacque a Lisbona… uiva uiva sant’Antogno protettore”. Ma non è politica, è il ricordo di un vecchio emigrato, senza più natali. La politica è altro, la politica mica è una statua.Mi scuso, non lo faccio più, mi sono lasciato prendere da un posto che ha per orizzonte il mare e vede la fede dal un “lato diverso” capovolto, dal lato del fedele e non di Dio, lo vede come il concilio vaticano secondo e non come Trento. Ma mica è politica. Ho freddo, e mi dispiaccio del mio pensare che la politica è città e, sentire collettivo, è passione, è litigio per una idea.

Il 2 luglio Damiano mi chiamerà, nessun altro si ricorderà e il santo di cui porto il nome mi darà un buon consiglio: fatte i fatti te, lassa perde. E nonna Pippa teneva ragione: co su capo…

Però na cosa la voglio dice, ca la statua alloco ci sta propitamente malo, ma di estetica non ci capisco dinnanze a na chiesa che sta “arete”.

E con questo la smetto, in fondo sono un cantastorie, la politica invece è seria, ed io mi ostino a ridere