Luigi Gioacchini, l’anima libera di Sezze

Luigi Gioacchini, l’anima libera di Sezze

13 Giugno 2019 0 Di Rinaldo Ceccano

A Sezze Luigi Gioacchini sta alla politica come Berlinguer sta al Pci e Almirante al Msi.

Sempre a disposizione di chi sta in difficoltà, sempre al fianco degli amici che ovviamente ricorrono a lui nei momenti di difficoltà. Rigido ma senza paraocchi. Anima libera per antonomasia e per dna.

Nonno comunista durante il fascismo, padre fascista quando imperava l’antifascismo.

“La politica è stato il mio pane quotidiano”

Il nonno Luigi è stato tra i fondatori della sezione del PCI, non ha mai preso la tessera fascista durante il ventennio, lasciò il podere che gli era stato assegnato in quanto ex combattente per tornare a Sezze e combattere insieme ai suoi compagni. “Il suo modello era l’Urss, i comunisti di allora”. Il padre Lidano è stato tra i fondatori della sezione del MSI e non si è mai piegato a nessun compromesso con chi governava con numeri bulgari.

“La politica è stato il mio pane quotidiano. Da piccolo assistevo alla infuocata dialettica tra nonno e papà, mossi entrambi da ideali autentici. Oggi sono tutti democratici, intendendo che in nome della democrazia possono fare tutto.”

La schiavitù moderna secondo Luigi Gioacchini

Da fan dell’astensione ad oltranza, che considera il voto una illusione magica, piazzo subito la domanda che lo manda in bestia. Luigi quando torni a candidarti?

“See. Io mi candido solo per liberare l’Italia dalla schiavitù quando ci sarà una legge elettorale che permette di sconfiggere il sistema mafioso che impone che i cittadini siano degli schiavi. Io faccio il camionista. Nessuno conosce il contratto collettivo nazionale dei camionisti che prevede 15 ore di lavoro giornaliere per 3 volte la settimana e 13 ore giornaliere per i restanti 2 giorni di cui 9/10 ore di guida giornaliere. Non è schiavitù moderna? Guidare un bilico è complicatissimo e richiede una prestanza fisica eccezionale perché è al contempo un lavoro di precisione e di forza.
Come le chiami 65 ore settimanali previste dal Ccnl Trasporti? Ma questo è solo l’iceberg della schiavitù che impera in Italia.

Nel settore dei trasporti la schiavitù è portata all’ennesima potenza, ma tanti settori sono messi così. Questa è la spiegazione delle costanti morti sul lavoro. E in Italia nessuno parla di tutti gli incidenti che succedono nel mondo del lavoro. A Latina ascolti qualche Sindacato che dica una parola sugli incidenti nei luoghi di lavoro?”

Luigi Gioacchini

Luigi Gioacchini

Sezze ogni settimana piange i suoi figli nel silenzio “assordante”.

Descrive una situazione sconosciuta ai più, con la solita passione rimasta intatta in tutti questi anni, si infervora ma rimane lucido. È indifferente se parla ad uno o tanti, la concentrazione, la vis, il tono sarebbe lo stesso. È stato bravo a dribblare la domanda. Insisto sui temi che gli sono a cuore

Oltre agli incidenti sul lavoro c’è anche un altra epidemia di morti che sembra inarrestabile. Negli ultimi anni Sezze ha pianto tanti suoi figli.

“Sulla epidemia di morti, sulla situazione epidiemologica,  andrebbero scavate le cause. Nonostante le frasi di circostanza non c’è nessun paese che ha risposto con questo silenzio. È stato chiesto l’intervento dell’Asl? Non è forse il caso di chiedere l’intervento del ministro della salute?  Quale comunità al mondo avrebbe consentito che nelle immediate adiacenze delle falde acquifere fossero piantate centinaia di pilastri a 180 metri di profondità? Chi garantisce che tali strutture non interferiscono con l’intero ecosistema? E c’è solo questo? Quello che è stato rilevato alla sottostazione è fumo negli occhi.

Ancora attendo che Zingaretti risponda alla richiesta di quali garanzie è in grado di fornire Astral riguardo il pericolo di inquinamento delle sorgenti Le Sardellane”.

L’acqua? Da possibile ricchezza si sta rivelando altro?

“Beh, noi abbiamo fatto le case popolari alle fontanelle, si chiamavano apposta ‘fontanelle’, le cappelle sulla vena acquifera degli ‘puzziglio’, si chiamava apposta puzziglio e la inutile 156 dentro ‘mole muti e le sardellane’ che ovviamente non potevano rimanere immuni. Se fosse stata gestita in modo oculato la risorsa idrica Sezze avrebbe potuto avere delle tariffe agevolate. Oggi invece non sappiamo neanche se possiamo berla.

Le opere pubbliche cadono agli “oso”

Adesso hanno finito il depuratore. Almeno non farà la fine di due opere che sono state tue storiche battaglie politiche in cui sei rimasto inascoltato: Anfiteatro e Strada Statale 156?

“Chi lo sà. Dicono che è finito, ma ancora non sappiamo se funziona, se è funzionale, se è aggiuntivo a quelli esistenti o se li sostituisce. Neanche sappiamo se Acqualatina lo prenderà in gestione. Di certo sappiamo due cose: hanno sventrato una zona rossa, lo abbiamo pagato due volte, prima con i canoni della depurazione poi con le tasse.
Non escludo che faccia la fine di tutte le opere pubbliche che sono state finanziate a Sezze: Anfiteatro, Strada Statale 156 e anche palazzo Rappini a via Pitti, la casa dei giovani ai Cappuccini, le clarisse, il parcheggio alla Vallicella.

Le opere pubbliche quando arrivano a Sezze cadono agli ‘oso’”.

Il Sindaco di Sezze ha ritirato fuori la Residenza Sanitaria Anziani?

“Solito intervento pretestuoso e fuorviante del Sindaco di Sezze teso ad occultare i continui fallimenti. Dove sta scritto che quei finanziamenti siano ancora attivi e disponibili? In quale capitolo della Regione sono ancora disponibili? Il solito tiritera stantio che tirano fuori quando annaspano”.

La disfida delle paste di Visciola?

“Ritengo che si stia rischiando la farsa per nascondere le responsabilità dell’amministrazione. Le paste di visciola sono un prodotto della nostra cultura e della nostra identità. E di certo nessuna amministrazione ha mai lavorato per valorizzarle per quello che meritano. E questo, per il sottoscritto che è completamente estraneo a qualunque interesse commerciale o industriale, è un enorme rammarico che lascia tanto amaro in bocca”.

Esentiamo Sindaco e Consiglio dalla discussione, risparmiamo.

Non si sono presentati in Consiglio per evitare di discutere della Statua di San Lidano.

“Se potessi chiederei al Prefetto di esentarli pure dai consigli obbligatori anche in virtù della extraterritorialità di cui Sezze gode da decenni. Noi cittadini, obbligati a pagare gli amministratori continueremo a farlo ma, almeno, in cambio avremo la soddisfazione di non doverceli pure cibare per le vie della città, con il fare dei salvatori della patria”.

Se questo è il de profundis di Di Raimo e del suo consiglio, poco dopo li sotterra con elegante raffinatezza politica. C’è un politico che ha meritato il tuo rispetto?

“A Sezze solo Fausto De Angelis perché aveva la capacità di ergersi al di sopra di quello che era l’aspetto politico che rappresentava nei tempi andati quando lui contava, e contava veramente; e perché comunque si assumeva le responsabilità delle sue azioni.
E in provincia Nando Cappelletti che aveva una grande visione politica, ideali veri, ma essendo una persona perbene è stato sempre messo in disparte dalla destra in provincia di Latina”.

Abolizione delle leggi elettorali mafiogene

Spigoloso, ancor più con gli amici che con gli avversari. Rigido ma generoso, un cartepillar della dialettica, spacca il capello su ogni situazione. È stata la sua salvezza. Osteggiato, ostacolato, fin dentro le cose intime e personali, ha avuto la capacità di rimanere sempre se stesso. E di mantenere una specchiata umanità pur attraversando un mondo di disumanità quale è stata la politica in determinati periodi bui di questo paese. Lo conosco da una vita, sa che deve rispondermi.

Luigi che serve per farti candidare al paesello?

“L’abolizione delle leggi elettorali mafiose, mafiogene e liberticide come quelle attuali, che consentono il controllo sistematico e totale del voto, tese esclusivamente a consolidare il potere nelle mani di chi se ne è impadronito, comunque se ne sia impadronito. Se mi candidassi con queste leggi mi sentirei come una persona che culturalmente dice di essere contro la mafia e poi non perde occasione per partecipare alla guerra fra bande mafiose finalizzata al controllo del territorio. Magari con la scusa che sceglie sempre il mafioso ‘migliore’. Modello elettorale francese con ballottaggio, il candidato sindaco sostenuto da una sola lista di coalizione, non da più liste, già questo sarebbe un sistema elettorale ‘ragionevole’.

Le quattro cose che faresti?

“Oltre a recuperare la nostra risorsa idrica, ripristinerei l’Anfiteatro, come era, adeguandolo alle norme di sicurezza, metterei mano alla sicurezza delle strade e al controllo del territorio, potenzierei la Spl investendo più sugli operai e tagliando sui dirigenti. Infine una cosa di amore e di rispetto per dei ragazzi morti in battaglia e per il loro paese .Farei di tutto per far includere il nostro paese nel contesto del tour delle frecce tricolori per ricordare il sergente armiere Piccaro e il capitano pilota De Angelis, morti epicamente in battaglia ad Al Alamein nel 42”.