Tutti al mare, non i disabili. Barriere architettoniche all’UV

Tutti al mare, non i disabili. Barriere architettoniche all’UV

15 Giugno 2019 2 Di Antonella Andriollo

Tutti al mare, tranne i disabili. Tutti a mostrar le chiappe chiare, tranne loro. D’altra parte è così bello stare in città, con questa afa, c’è così tanto da fare, come discutere della fontana distrutta di Piazza del Popolo. Sicuramente i disabili non amano il mare, non ci sono carrozzine nelle spiagge di Latina, deve essere questo il motivo.

Disabili al mare, l’anno prossimo

Mi tuffo in questo dubbio, che diventa profondo come il mare. Godersi il mare è un diritto anche loro, allora perché non li vedo ad abbronzarsi? L’ inaudita inciviltà e prepotenza dei “normali” si nota già lungo il marciapiede, sul lungomare. Saranno gli stessi incivili della fontanella, qua nessuno però si lagna del mancato posizionamento di telecamere ad inquadrare quelle rampe occupate da macchine scostumate.

E addio discesa.

Quindi in carrozzina il disabile è costretto a percorrere un pezzo di strada direttamente su strada, rischiando di essere investito, fino alla prossima rampa sgombra.

Barriera UV o barriera architettonica?

Al 10% della sua avventura “tutti al mare”, ha due possibilità su come (non) andare al mare. Stabilimento o spiaggia libera? Spiaggia attrezzata a mozzichi o discesa al mare inesistente?

Lo scorso anno le pedane in pvc sono state consegnate l’8 agosto, vantando lo “Stop alle barriere al Lido”, il ferragosto oh, era salvo. Anche uno in carrozzina poteva mangiarsi l’anguria al mare e farsi i gavettoni. L’estate era giusto alle porte.

#IostoconSofia

Quest’anno non va meglio, soliti ritardi sui lavori, e non basta lo #IostoconSofia della consigliera comunale Matilde Celentano a velocizzare la pratica. La Celentano si è sempre battuta per i diritti delle persone diversamente abili abbracciando anche il caso di Sofia. Sofia, la bambina ospite del camping Tirreno, affetta dalla nascita di una grave malattia l’encefalopatia mitocondriale con acidosi lattica.

Con l’associazione Movimento Latina nel 2017 le hanno donato una sedia Job (una specie di sdraio con le ruote larghe che consente a chi ha difficoltà motorie di spostarsi sulla sabbia) per fare il bagno al mare.

Io vado al mare da solo: una leggenda

Da qualche parte una leggenda narra di alcune spiagge attrezzate con pedane e queste sedie Job ma non basta comunque a rendere gli stabilimenti accessibili. Una leggenda metropolitana.

Innanzitutto, bisogna sempre essere accompagnati.

L’idea del disabile che come un normale cittadino se ne vada al mare solo non è permessa. Anche se  l’articolo 23 della legge del 5 febbraio 1992 prevede una salata multa e addirittura la chiusura da uno a sei mesi dell’esercizio pubblico che discrimini una persona con disabilità, le spiagge a norma (il decreto ministeriale 236/1989 ne definisce le caratteristiche di accessibilità) sono poche.

Passerelle fantasmi

Mentre a Sabaudia viene inaugurata coi Sindaci dei Comuni del Distretto Nord la Casa Domotica, focalizzata sul diritto alla vita adulta del disabile, sul Lido di Latina manco in spiaggia si può andare.

Presto maggiore attenzione e ci noto in uno passerelle che si interrompono improvvisamente sulla spiaggia cocente, miste a tratti di percorso inesistente per decine di cm. Impossibile raggiungere l’area pranzo dello stabilimento, per chi sta sulle due ruote. Eppure non servirebbe così tanto, qualche tavoletta tra le due porzioni di passerella e anche chi si trova seduto in carrozzina potrebbe sedersi in quella zona, senza dover per forza chiedere a qualcuno di sollevarlo. Mi viene da andare in reception e chiedergli di darmele, ste tavolette. Non ci impiegherei più di 10 minuti. Non sarebbe a norma, mi direbbero, perché così lo è invece?

Business is business

Serve davvero così tanto per fare meglio di così? Offrire un servizio completo ed accessibile migliorerebbe anche le tasche di questi imprenditori e proprietari di stabilimenti. Mica è poi così da trascurare la fascia di utenza disabile che richiede vacanze accessibili. E’ vero che le disabilità sono differenti ma un pò di intuito basterebbe a migliorare questi non sevizi.

Sarebbe un vero sconvolgimento sociale: un disabile che va da solo al mare.

Ho esagerato.

Sarebbe un vero sconvolgimento sociale: un disabile che va al mare.

Piangete la fontana, io piango altro

Ancora un volta è il disabile che si deve adattare, ingegnandosi su come raggiungere il mare. Le chiappe chiare dovranno tenersele ancora, purtroppo, mentre Latina piagnucola per la sua fontana, vergognandosi per questo, io mi indigno per altro.