Premio Pavoncella, Mariella Enoc e Patrizia Mainardi donne dell’anno

Premio Pavoncella, Mariella Enoc e Patrizia Mainardi donne dell’anno

16 Giugno 2019 0 Di Fatto a Latina

È andato in scena ieri a Sabaudia il Premio Pavoncella dedicato alla creatività femminile.

Il Premio Pavoncella nasce dalla fervida mente di Francesca D’Oriano, nel 2011, per premiare la creatività e l’imprenditoria delle donne italiane. Se si è sentita la necessità di creare un premio specifico alle donne è perché spesso queste vengono assorbite nel mondo degli uomini, vengono riconosciuti i loro valori ma comunque restano in penombra.

Il Premio Pavoncella semplicemente restituisce il giusto peso alla persona-donna e al suo ingegno.

Anche quest’anno il Premio Pavoncella viene consegnato nella città di Sabaudia, una città di per se stessa calata in un mondo immaginifico, espressivo, cinematografico naturale.

La nota interessante del premio consegnato ieri 15 giugno e che ha visto due ex aequo a ritirare il premio quale donna dell’anno: Mariella Enoc e Patrizia Mainardi.

Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, è stata premiata per il costante lavoro nell’ambito sociale. In particolare per aver realizzato, tramite la gendarmeria del Vaticano, un ospedale da campo in Africa. Ella stessa nella giornata di ieri specifica che senza l’apporto di tutta la sua equipe dell’ospedale Bambino Gesù non avrebbe potuto raggiungere risultati ragguardevoli nelle cure dei bambini in Africa. Mentre ha ricevuto il premio ha detto:

“Vi ringrazio tutti ma questo premio io lo dedico l’ospedale Bambino Gesù, senza il quale io avrei potuto fare poco”.

Patrizia Mainardi è dirigente dell’Ufficio sistemi culturali e per la Cooperazione internazionale della Regione Basilicata, premiata per aver trasformato la città di Matera, la città dei sassi, in una città cosmopolita dal turismo all’avanguardia. Matera è diventata, e di riflesso tutta la Bbasilicata, una città dove si può fare turismo in stile europeo.

“Questo premio lo dedico a tutte le donne e a tutti gli uomini del Sud”

Sono state le sue prime parole mentre ritirava il riconoscimento. Dopodiché ha fatto un discorso legato a un vecchio film, Cristo si è fermato ad Eboli, per dimostrare che non è più così. La Mainardi ha dimostrato che con forza, impegno e capacità professionale a livello europeo si è può gestire un’intera città come fosse un’azienda, e quindi se si vuole più clientela, in questo caso più turismo, bisogna avere il coraggio di impegnare economie e forse lavoro per ristrutturare L’azienda che in questo caso è la sua città di Matera.

A Beatrice Covassi, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, invece è andato il premio donna dello Stato per lo Stato.

“Dedico il premio a tutti i colori quali mi hanno aiutata nel mio lavoro di coordinatrice”

A Concetta Quintarelli, responsabile del Laboratorio di Terapia Genica dei Tumori dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e a Sara Ronzi, ricercatrice presso il Department of Public Health&Policy dell’Università di Liverpool, studiosa delle diseguaglianze di salute e aria “indoor”, cioè l’aria malsana che si respira in casa, è andato il premio per la ricerca scientifica guidato dal professor Michele Guarino.

Concetta Quintarelli mentre ritirava il premio ha detto: “Grazie al Bambino Gesù ho realizzato un sogno, quello di poter aiutare e salvare molti bambini che hanno gravi malattie.”

Sara Ronzi, che da anni vive a londra, si è detta speranzosa nel tornare in Italia, ma la sua vita professionale l’ha condotta lontano, tra Londra e Liverpool. Le sue due lauree conseguite una in Italia è una in Inghilterra le hanno permesso di accedere alla carriera in maniera repentina.

“Fin da subito ho deciso che la carriera veniva prima di tutto”.

A Fiammetta Nizzi Grifi va il premio per la tecnologia è l’innovazione nel campo agroalimentare. Si definisce ambasciatrice nel mondo dell’olio extravergine d’oliva italiano.

Mentre ritira il premio racconta un aneddoto molto significativo sulla condizione della donna nel mondo lavorativo degli uomini.

“Quando ho iniziato a lavorare sui campi come agrotecnico ho avuto a che fare con gli uomini, erano solo uomini, contadini non molto loquaci che non conoscevano affatto l’italiano ma il dialetto toscano. Con loro ho imparato a bestemmiare. Purtroppo nel nostro dialetto la bestemmia è un mezzo di comunicazione. Ho capito che se vuoi interloquire con il tuo interlocutore a livello paritetico devi farlo usando la sua lingua, io ho studiato liceo classico e ho dovuto imparare a sgrammaticare l’italiano per poter diventare simpatica a quei contadini che comunque a me davano modo di lavorare.”

Questo fu un consiglio di suo padre, il quale sosteneva proprio che se dobbiamo farci capire dobbiamo abbassarci o qualificarci al livello linguistico del nostro interlocutore.

Ho deciso di essere un po’ campanillista, e quindi mi fa molto piacere che la nostra Sabaudiana Diletta Cipriani  abbia anche lei ricevuto il premio Pavoncella.

A lei è stato consegnato il premio per il sociale poiché ha aperto a Latina un centro diurno per aiutare i malati di Alzheimer e affetti da altre tipologie di demenza senile.

“Il Centro Diurno è importante poiché permette agli ammalati di tornare a casa dopo aver soggiornato e aver ricevuto le cure adeguate. Non dobbiamo dimenticare che la cura migliore è in seno alla famiglia.”

A Miriam Loiacono va il premio impresa e cultura. Imprenditrice barese del settore auto e sociologa, decide di intrattenere il pubblico all’interno della propria azienda con momenti di musica e cultura, atti di socializzazione.

Vengono assegnate, inoltre, borse di studio a Martina Guarino Claudia Roma, allieve dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e Roma, nel ricordo di Lea Mattarella, indimenticabile componente la Giuria del Pavoncella, critico d’arte nonché docente delle due Accademie

Mentre per la sezione letteraria il premio pavoncella per il romanzo è stato consegnato a Carla Maria Russo per l’acquaiola edizione piemme.

“Nella stesura di questo libro mi sono ispirata ai racconti di mia nonna”.