Il treno dixit/3, la crisi del professore e la Caprì

Il treno dixit/3, la crisi del professore e la Caprì

17 Giugno 2019 0 Di Lidano Grassucci

E questo è il viaggio per Roma di oggi .IL Il professore stamane è pensieroso, non guarda neanche le donne che scivolano via. La politica non affascina, il caldo segna il tempo. Del maresciallo e del presidente non si hanno notizie, non segnalato neanche il marinaio. Sopperiscono il colonnello, oggi in divisa, lo spagnolo sempre sul pezzo (lascia la moto a Roma, gli par brutto non farle visita ogni giorno). La politica langue, ha un sussulto il professore: “Anche l’amica Giulia ci ha lasciati”. Intende, con l’ironia di quelli del Carso (il borgo di Delio Redi per chi non sa, e sarebbe grave), che Giulia Caprì è uscita dalla giunta di Damiano Coletta a Latina. Eeee, una triste verità. “Va a finire che Carla Amici mi entra in Giunta con Coletta, Latina oggi ripete lo scoop di Matteo Palombo“. Bah, si vedrà ma l’orizzonte non è chiaro. Infatti il professore evita di leggere i fondi del caffè dove avrebbe una risposta che non vuole avere. Passa una ragazza e lui non se ne manco accorge, gli astanti restano basiti. Come se Napoleone a Austerlitz avesse avuto un dubbio sull’esito della pugna. Tra i presenti qualcuno osa contestare il professore, “troppi assenti qui a scuola non ci viene più nessuno”. Il professore ha la faccia segnata ma non può perdere la faccia: si erge da “discorso solenne”, collo importante, fisico razza Piave, e dichiara: “a sti ragazzi ogni tanto va dato un poco di riposo”. I presenti stupiscono della generosità del leader che accompagna le solenni parole con cenni di assenso del capo. Da lo sciogliete le righe, passa una ferroviera si ritrova e la segue con lo sguardo, i presenti ritrovano il loro leader. Insomma sta in uno stato di grazia nonostante i tempi, ha il tocco come Matteo Salvini. E un altro viaggio è andato.