Dimissioni Di Raimo, così il sindaco di Sezze si è impantanato

Dimissioni Di Raimo, così il sindaco di Sezze si è impantanato

22 Giugno 2019 0 Di Rinaldo Ceccano

Sergio Di Raimo ha presentato le sue dimissioni da sindaco di Sezze. È la conclusione di un impasse politica che aveva toccato l’apice nella giornata di venerdì 21 giugno. Nella notte sono state protocollate le dimissioni.

Di Raimo ha provato a forzare la mano e si è impantanato in malo modo, politicamente e umanamente. E a notte fonda ha gettato la spugna.

Di Raimo propone Bernasconi, Uscimenti e la Barbati

Nei giorni scorsi il sindaco aveva proposto agli ex sindaci di fare il loro ingresso in giunta, incassando un diniego.

Inizia l’escalation verso le dimissioni.

Sergio Di Raimo avvia il valzer di consultazioni e decide di imprimere una svolta proponendo 3 nuovi assessori: Bernasconi, Uscimenti e la Barbati. A freddo convoca Ceccano e Lucarini, e gli comunica che intende sostituirli al pari della Di Veroli impegnata fuori sede per le sessioni degli esami di maturità. Il dato politico che vorrebbe trasmettere è fuorviante e irreale.

Di Veroli, Ceccano e Lucarini sono stimati professionisti

Che una rinomata e stimata dirigente scolastica come Paola Di Veroli, da sempre impegnata nell’associazionismo e nel volontariato, bloccasse l’attività amministrativa nel settore della formazione e della scuola, è impossibile da credere. Le competenze, la storia personale e familiare, la città, dicono altro.

Che un avvocato affermato come Pietro Ceccano, cassazionista, competente e preparato, non riuscisse a gestire gli affari generali e il personale, è incredibile agli occhi di tutte le persone normali. La riconosciuta diplomazia, la certosina competenza professionale, dimostrano altro.

Che un dirigente asl, ricercato e apprezzato, come Vincenzo Lucarini rallentasse lo sviluppo e la crescita qualitativa dei servizi sociali appare una favola mal raccontata.

Il sindaco di Sezze si impantana. Umanamente e politicamente.

Giovedì è stato insieme agli assessori, in giro per la città. Venerdì ha provato a consegnargli il canestro delle sue esclusive responsabilità. Umanamente ha ricordato precedenti poco edificanti. Politicamente pensava di aver imbroccato la soluzione ma non vi erano certezze. Anzi.

Bernasconi ha chiesto di azzerrare la giunta per imprimere una svolta e rilanciare l’azione amministrativa. Fondamento della richiesta è un rafforzamento delle competenze e del peso politico nei settore nevralgici dell’amministrazione a partire dai Lavori Pubblici, dell’Urbanistica e dell’Ambiente.

L’ipotesi del Sindaco prevedeva invece di rafforzare politicamente le aree precedentemente presidiate da tecnici che nei loro settori sono tra i migliori che Sezze esprime. Rappresentano una identità culturale simile e una rappresentanza territoriale contigua, ma non è stato questo il punto politico sollevato da chi ha chiesto di cambiare marcia.

Contava che Bernasconi subisse il richiamo dell’appartenenza

Di Raimo contava che Bernasconi accettasse di accompagnare Uscimenti e la Barbati, aggiungersi alla Pecorilli e all’intramontabile Di Prospero. Avrebbe potuto, richiamato all’ancestrale, e anacronistico, senso di responsabilità partitico e dal refrain dell’appartenenza a cui lo hanno sottoposto i vertici del Pd. Si sarebbe chiusa temporaneamente la crisi, ma per Di Raimo i problemi rimanevano tutti e l’azione amministrativa restava comunque impantanata. Bernasconi avrebbe perso il punto politico, risolveva qualche problema di maquillage della città senza poter fare grandi cose. Le dimissioni dimostrano che le cose sono andate diversamente.

Le scelte complesse sedimentano la statura politica

Il Sindaco non considerava l’ipotesi che Bernasconi si dichiarasse insoddisfatto. Che decidesse di provare a costruire una proposta politica globale che guardi al futuro. Che continuasse a chiedere una reale cesura per cambiare passo e affrontare i nodi dello sviluppo e della vivibilità del paese. Ipotesi lontane, scelte complesse per chi non conosce la politica, strade impervie agli occhi dei tifosi, ma che sedimentano la statura politica e umana di chi le percorre.

L’ultimo scenario di Sergio Di Raimo

Questo scenario per Di Raimo prevedeva di richiamare in carica gli assessori che prima ha dimezzato e poi ha azzerato, approfittando della loro onestà intellettuale. In perfetto stile Simcity, gioco virtuale che non tiene conto dell’umanità delle persone, della intensità delle emozioni, della bellezza dei sentimenti, della forza delle passione, dell’amore per le proprie radici.

Rispetto delle persone, emozioni, sentimenti, passioni, amore per le proprie radici, ingredienti fondamentali per amministrare una città.

L’ultimo diniego, le dimissioni a mezzo Pec per anticipare gli assessori

Acquisito in tarda serata il diniego di Bernasconi, Di Raimo e i suoi “consgliori” hanno provato a rimettere insieme i cocci ma gli assessori uscenti, che si erano visti e confrontati, hanno risposto picche e annunciato che si sarebbero dimessi.

In preda al panico Di Raimo, consigliato dal suo ristrettissimo cerchio, ha deciso di protocollare le dimissioni a mezzo posta elettronica certificata, per anticipare quelle degli assessori. In tal modo ha pensato di salvare la faccia e di forzare la mano sui consiglieri.

I prossimi 20 giorni saranno roventi per la calura e la politica

Con le dimissioni, e il possibile scioglimento del consiglio comunale, il Sindaco pensa di mettere all’angolo i consiglieri e costringerli a venire alle sue condizioni. In modo particolare le pressioni ricadranno su Enzo Eramo che il Sindaco vuole in giunta. In tal modo costringerebbe anche Bernasconi a dimettersi. Con Eramo e Bernasconi in giunta entrerebbe anche la Barbati.  E proverebbe a recuperare la Di Veroli e Ceccano. Lo scoglio da superare  sarebbe Polidoro abbarbicato sulla linea della parola da mantenere con Di Prospero.

Il mare da attraversare sono il rispetto delle persone, le emozioni, i sentimenti, le passioni. La fiducia. Governare Sezze non è uguale a giocare a Simcity.

* Foto da Il Setino