
La notte di San Giovanni, la notte antica delle streghe dell’agro
23 Giugno 2019“Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all’ira imminente? Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile”, veemente il Battista, Giovanni battista verso il mondo che non sa. Questa notte è la notte di San Giovanni, la notte del battista.
E’ la notte in cui la natura prende forza, in cui la forza si fa capace di cose prodigiose. Questa amici miei è la notte delle streghe, quella che prendi le noci che solo per oggi si fanno addomesticare per fare il nocino, già domani non verrà. Notte di lumache che vengono direttamente dalla luna. A Roma il popolo faceva rumore con campanacci e trombe per scacciare le streghe, i maghi e la follia, fino al suono del cannone di Castel Sant’angelo. Ma fuori le mura, la grande campagna romana da Terracina alla Toscana non aveva quel fracasso e erbe, erbe a volontà, luna in un cielo terso e ciammaruche. E in questo giro infinito usciva l’angelo dell’amore per donare la passione.
Notte di miracoli, notte che se fai infusi di erbe e li lasci alla luce della luna, alla rugiada del mattino, domani hai l’acqua che guarisce tutti i mali. Notte di maghi e di streghe, notte di meraviglie e non meravigliatevi, siete nella terra della luna, nella terra delle donne, nella terra di madri, di amanti, di innamorate, di guerriere, di madri fertili in una natura fertile.
Si raccolgono le noci, si cercano le erbe, si grida la rabbia veemente contro l’ignoranza dei gentili, contro la vipera dell’ignoranza, contro la vipera della banalità. Ho sentito parlare di queste terre da ignoranti che raccontano di bonifiche, di redenzione, ma questa è la terra della vita che non risorge perché non è mai morta, che non può essere bonificata perché non c’è male qui, ma amore. In questa notte corta se non fate rumore sentite la Bella ninfa che piange il suo amore, la bellissima Camilla preparare dardi e affilare spade, o Lucrezia che faceva medicamenti o veleni, sicuramente prodigi. Notte femmina in questa matria che accoglie i figli, figli per sempre.
Dite che qui non ci sono tradizioni, lo dite se volete tradire: mangio una pastarella di visciola e mi inebrio di magia, mani di donna, ho capito l’alchimia.