
La notte di San Giovanni, quel bisogno di Merlino sopra la flat tax
25 Giugno 2019La politica annoia? Sì, come le tragedie, abbiamo bisogno di speranze. Ho scritto, per accidenti, della notte di San Giovanni la notte delle streghe riportando a memoria antichi ricordi setini lepini sulla divinazione, sulla magia che ci ha accompagnato fino a quando il tempo dei maghi e delle alchimie ha lasciato spazio al tempo dell’uomo, della ragione e delle tecnologie. Ora nel tempo in cui la tecnologia è quasi magia, che se parli di fantastico, di maghi e di streghe ti seguono più di ogni tempo politico. Ci rifletto, in tv parlano di politica parlando del successo della Lega che ha il 34% dei voti, ma omettono che volta il 50% del 90% che ha diritto al voto: meno di un sesto del totale degli italiani, anche chi vince è un niente rispetto al tutto, e facendolo passare per il tutto si cela la sua “indifferenza” per la vita delle persone.
La chiara dell’uovo messa in una bottiglia al chiaro della luna di San Giovanni diventa più interessante dello spread, della flat tax, delle presunte invasioni perché la vera invasione è quella di folletti e fatine nel bisogno di sperare e non vivere da morti, che Trump cambia la nostra vita meno della sorte che mi spiega un quadrifoglio in un campo di erba medica.
Io Filemazio, protomedico, matematico, astronomo, forse saggio,
ridotto come un cieco a brancicare attorno,
non ho la conoscenza od il coraggio
per fare quest’oroscopo, per divinar responso,
e resto qui a aspettare che ritorni giorno
e devo dire, devo dire, che sono forse troppo vecchio per capire,
che ho perso la mia mente in chissà quale abuso, od ozio,
ma stan mutando gli astri nelle notti d’equinozio.
O forse io, forse io, ho sottovalutato questo nuovo dio.
Lo leggo in me e nei segni che qualcosa sta cambiando,
ma è un debole presagio che non dice come e quando...
Sono le parole di Francesco Guccini in Bisanzio, una canzone bellissima sul tempo nuovo.
Sono figlio della ragione, del miracolo dei numeri, della scienza esatta anche nelle sorti umane, e ogni credo che è immaginazione o fede è oppio per la fame dei popoli. Poi… mica tutto può finire qui così, nella tristezza di una fermata ultima di un vecchio tram e alzando lo sguardo leggi “fine corsa”.
E’ più vivo il dinosauro Carletto che digerendo male scopre le pastarelle di un sindaco che non apre un teatro, o che rimette le deleghe non mettendo la fantasia a fare cose mai viste.
Lo confesso volevo lavarmi la faccia con l’acqua dell’infuso delle erbe della notte di san Giovanni, e questa mattina ho chiesto al mio amico Damiano: “ma quante ciammaruche su fatte a San Giovanni?” (trad. Quante lumache hai trovato la notte di San Giovanni?) “40 ma era sicco n’ariscevano” (40 ma c’era la secca e le lumache vogliono l’acqua).
Mi piace pensare che quelle lumache siano medicina all’anima come la loro bava fa bella la pelle. Storie vecchie, storie di maghi, di fate, di streghe. Non mi crederete ma io le ho viste, ci ho parlato e non erano così cattive, erano donne rapite dalla magia.
Ops, la politica mi chiama dicono che faranno della virtù legge, io vorrei che della fantasia facessero vita. Insomma al ballottaggio tra Salvini e Merlino, vince Merlino.
Nella foto il risultato della divinazione di Salvatore Piccoli