Il treno dixit/7: il porto sicuro di Carola e il teatro sicuro di Coletta

Il treno dixit/7: il porto sicuro di Carola e il teatro sicuro di Coletta

3 Luglio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Il professore non c’è, pare l’abbiamo visto on quel di Fondi dove i puri e duri hanno fatto adunanza per “divinar responso”. C’è il maresciallo e il marinaio, del presidente si sono perse le tracce. Il maresciallo arriva informatissimo, il treno sta in anticipo: “ma se, dico se, in stato di bisogno si può fare, se il giudice decide il porto sicuro e quello insicuro, Coletta…”

“Ora cominci…”

“Mi segua direttore: stante le condizioni dell’Anfiteatro di Sezze, stante l’impraticabilità ideologica di Pontinia, stante la speculazione neo capitalista del Moderno, e il tacere del Supercinema, il primo tetro sicuro è il D’Annunzio”

“Dove vai a parare”

“Se il sindaco Coletta va da Trivellato si compera, a sue spese così evitiamo le forche caudine della Iovinella e della Briganti, il caschetto e le scarpe antinfortunistiche, si dichiara di una onlus (tipo STDS: salviamo il teatro dallo smartphone) tedesca o olandese e agisce, ripara di sua mano l’immobile mi diventa un eroe, magari arriva una macchina della Finanza e lui può anche giustificare eventuali calcinacci che rovinano addosso al veicolo. Agisce rapido, magari si fa aiutare dall’assessore Silvio Di Francia, ci starebbe anche Gilia Caprì ed è fatta”

Maresciallo lei è un genio, il principio del primo teatro sicuro è a prova della magistratura italiana

“le sono piaciuto direttore, ho studiato il diritto di resistenza del professore incrociandolo con lo stato di necessità, ed è incontrovertibile la necessità di Pirandello, mi piacerebbe la Madragola. Qua se ci pensa bene con la zozzeria di Roma il primo teatro sicuro è la Scala di Milano, a sud il teatro Giuseppe Verdi di Salerno. Bisogna agire”

Arriviamo a Roma, c’è il colonnello in borghese che ci accoglie con un video: guardate.

C’è Pierluigi Diago che elogia il comandate Moschin i cui uomini hanno sistemato l’esplosivo per far saltare ponte Morandi, sulla Rai. Va da se che Moschin è il nome del reparto d’eccellenza degli incursori italiani e non il loro comandate, Col Moschin era un caposaldo sul Grappa nella prima guerra mondiale.

Capite l’urgenza di un teatro?

E… bomba o non bomba siamo a Roma, nonostante un paese che si fa cosi assurdo, costi inutile, che queste chiacchiere da treno paiono la scuola neoplatonica. Fa caldo, passa una signora elegantissima, gli astanti ne onorano l’equilibrio.

 

Foto Comune di Latina