Il respiro perso di Latina

Il respiro perso di Latina

6 Luglio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Le città hanno un respiro, hanno fiato lungo o corto.

Le città si affaticano o hanno forza per correre come gazzelle.

Oggi la mia città, Latina, ha affanno, ha… che gli manca l’aria, ha paura, si guarda e non si riconosce, ripete ma non crea. Chiusa in un bozzolo  aggredito da mille e mille batteri che la mangiano dentro.

Piange morti che non capisce, piange rinunce che sente, e non ha gioie più. Si chiude, la tristezza l’assale.

Fa caldo da impazzire ma e’ il gelo delle anime che uccide.

Chiese con cancelli difese da lance, pare che neanche Dio qui abbia misericordia. Piazze svuotate, edifici vuoti, in strade senza traffico, canali senza acqua.

Un noi ucciso da mille io.

Ciascuno solo a competere con la sua paura e nessuno che ti chieda “come va?”.

Nessuno che accenda una musica ritmata per dire… facciamo una festa solo per stare insieme. C’era una volta Salvatore il bruscolinaro che ti fermava per fare una “bella festa” , e credevi sul serio che si potesse fare. Ora guardali questi volti stanchi, che  festa mai vuoi fare, qui sono tutti seri seri, qui sono colti (intelletualu sempre pensanti e incazzati che non scartano mai di lato e si piacciono prima di piacere) , e pensare che Dante rideva mettendo antipatici all’inferno e simpatici al meglio in una Firenze che non era più grande che qua, con meno paure di qua, o con meno guelfi e ghibellini ma tutti fiorentini.

Qui non ci sono i “latini” ma monadi nella giungla urbana.