Locali chiusi e la crisi desertifica il lungomare di Latina

Locali chiusi e la crisi desertifica il lungomare di Latina

7 Luglio 2019 0 Di Antonella Andriollo

Dal tramonto in poi il lungomare di Latina è da scenario apocalittico, locali chiusi ad ogni angolo. Sempre di più le serrande abbassate, colorate da cartelli fluo compilati di fretta. Su quei cartelli, un grido poco invitante dice

“ Affittasi/Cedesi attività “.

Locali chiusi, il deserto delle serate al mare

Le strade la sera sembrano aver perso ogni animazione della giornata, quel frenetico andirivieni  di bimbi spalmati e odorosi di protezione 50+. Le  nonne cariche come i muli di materassini gonfiabili dei pargoli, seguono le strisce pedonali, quelle ancora visibili, verso la spiaggia attrezzata.

Gli stabilimenti registrano il pienone anche quest’anno. Dunque la crisi colpisce solo il popolo che vorrebbe vivere un lungomare by night.

Nuove aperture, nuove chiusure: i locali chiusi

A parte i locali e i pub storici, ogni tentativo di nuove aperture attività fallisce in meno di due stagioni. Così le nuove aperture si trasformano in nuove chiusure. Aumentano i locali chiusi.

Ci hanno provato estati fa con una spaghetteria, a metà strada tra le giostre e il Cancun, prima ancora lì un take away orientale. Hai visto mai che al romano dal campeggio, dopo un bagno di sole, venga voglia di riso fritto col pollo in agrodolce.

I ravioli al vapore forse non funzionavano abbastanza, ma nemmeno una amatriciana? Il problema non è da ricercarsi nel piatto, ma nella movida che non partecipa.

La verità nei cartelli

Eppure continuano le ristrutturazioni e i lavori in corso dei locali sul lungomare di Latina. Fino a Pasqua celano insegne coperte di nuovi locali in apertura. Gesti quasi eroici, temerari. Un susseguirsi di brevi gestioni, di rincartamenti di insegne. I cartelli stavolta dicono:

“Vendesi attrezzatura da bar e gelateria”.

La crisi che colpisce anche il Kebbabaro

Sulla lunga vita del Kebbabaro ci avevano scommesso un po’ tutti. Ha abbattuto il record per un nuovo locale sul Lido di Latina, ben due stagioni all’attivo. Certo, con cambio di indianini alla gestione annesso, ma pur sempre aperto per due estati di fila.

Invece a giugno quella serranda è rimasta abbassata. La ruggine galoppa sulla saracinesca, complice la salsedine, mangia l’acciaio, il kebab e pure l’indianino. No dai, pure il kebbabaro chiuso no. Solito cartello:

“ Vendesi attività e attrezzature, contattare il XXXX”.

AAA vendesi attività

Mi viene voglia di chiamare quel numero e comprarmi quella macchina da Gyros. La voglio mettere in piazza a Capo Portiere. Voglio farla girare a vuoto, sotto una decina di paia di occhi che passeggiano avanti e indietro su quei marciapiedi, vuoti e senza nulla da fare, vuoti come il Gyros.

Presenza fissa invece di runners e camminatori con le cuffie, quasi contenti che non ci siano passeggini col cono di gelato impiastrato tra le mani ad intralciare il percorso.

Lampioni che illuminano il vuoto

I lampioni illuminano i marciapiedi deserti. In alcuni tratti  l’apocalisse è più marcata, nemmeno si fa tanta fatica a interpretarne i segni.

Un’altra serranda resta abbassata questa stagione. Un cocktail bar stiloso che la scorsa estate aveva dato un barlume di novità, tra il negozietto storico di infradito a mille milioni di euro e l’unico forno che annovera sugli scaffali dal detersivo alle Girelle. Ovviamente a prezzi lievitati causa lievito madre.

Una nuova gelateria quest’estate colora il bordo strada, dopo il campeggio Stella Maris. La scommessa è aperta, quanto durerà? Incrocio le dita, in salotto ho spazio solo per la macchina del Gyros.