Claudio Volpe intervista Dacia Maraini: “Il confronto non ha nemici”

Claudio Volpe intervista Dacia Maraini: “Il confronto non ha nemici”

13 Luglio 2019 0 Di Giada Subiaco

Dacia Maraini e Claudio Volpe sono stati i protagonisti della prima notte del festival culturale Come il vento nel mare. Sul palco dell’Hotel Miramare, al lido di Latina, i due scrittori si sono immersi in un dibattito culturale e sociale, portando con sé un ricco pubblico. Uno scambio intellettuale, in una totale libertà di espressione. È questo il senso dello slogan del festival, “Il confronto non ha nemici”, ed è proprio questo ciò che hanno voluto portare sul palco di Capoportiere i due artisti.

Claudio Volpe, giovane scrittore Pontino, autore di molteplici romanzi, tra cui uno in collaborazione proprio con la Maraini, ha intervistato la saggista, poetessa, scrittrice e sceneggiatrice italiana, addentrandosi nel viaggio della vita vissuta da Dacia Maraini, affrontando anche temi che attualmente hanno un rilievo sociale non indifferente.

Dall’esperienza nel campo di concentramento, alla perdita del figlio dopo il settimo mese di gravidanza, Dacia Maraini è riuscita ad affrontare dolorose esperienze del suo passato, raccontandole con una delicatezza inaudita. Le sconfitte  e le vittorie della sua vita, le ha trasmesse al protagonista del suo ultimo libro, “Corpo felice.” Il protagonista è un bambino di nome Perdu, l’interlocutore del racconto, che compie un viaggio non solo fisico, nella storia, ma anche nel dialogo. Un viaggio che è un percorso di conoscenza, fatto di eventi e situazioni che potrebbero mettere a rischio molte certezze. Le diversità però, hanno più importanza di quel che si crede, esse vanno ascoltate e comprese.

Dacia racconta al pubblico una breve storia del suo passato, tornando al periodo in cui viveva in Giappone. A soli sei anni, con i suoi genitori si trasferì a Kyoto per una borsa di studio vinta dal padre. Un giorno, mentre lei stava disegnando un simbolo giapponese con l’inchiostro, il padre la accusò di aver rovinato, proprio con dell’inchiostro, un libro molto prezioso. Quando lei negò l’accaduto però, il padre non la credette. Dacia, offesa, scappò di casa. La polizia, dopo qualche tempo, chiamò i genitori per avvisarli che loro figlia se ne stava seduta ad un tavolino, parlando dialetto giapponese, dicendo che non voleva affatto tornare a casa poiché voleva rimanere in centrale, e fare la poliziotta.

Dacia, a soli 6 anni, ha avuto il coraggio di reagire contro un’ingiustizia, anche se minima e fatta dai suoi genitori.

Il senso di ribellione è più un nostro istinto, ma dobbiamo affrontarlo con la cultura. Una domanda infatti che aleggiava spesso nei suoi pensieri durante il periodo in cui fu costretta nel campo di concentramento, era: “la reazione contro un ingiustizia è nella natura delle persone?” A risponderle però non ci furono libri ma, al loro posto, trovò i suoi genitori che, come libri aperti, le raccontavano storie, fiabe, favole. Queste sono le persone libro, e sono coloro che per lei hanno rappresentato un esempio, una via d’uscita da quel periodo buio della sua vita.

È proprio questo ciò di cui la gente ha bisogno al giorno d’oggi. Di esempi, non di eroi. Ha bisogno di persone, come Falcone e Borsellino, che hanno messo a repentaglio la loro vita per poter proteggere i loro ideali a favore del Paese. Hanno avuto il coraggio di reagire alle ingiustizie, pur di mantenere ferme le loro idee, e hanno avuto il coraggio di andare avanti e combattere nonostante tutto.

Questo non può far altro che aiutarci a comprendere il passato, e da lì ripartire per la costruzione di qualcosa di solido, per un domani migliore, poiché è attraverso la consapevolezza del passato che si può costruire il futuro. Forse questo è uno dei maggiori problemi attuali. Ci sono persone che, per inculcare ideali secondo loro giusti, cercano di cancellare la memoria alle persone. La memoria però, rende le persone responsabili, dà quella consapevolezza che ti porta poi a scegliere. Al giorno d’oggi, se si vuole resistere alla cultura del mercato, si deve coltivare la memoria, mantenere l’integrità e avere una cultura umana.

Una lezione di vita, un insegnamento all’affronto delle problematiche della vita, a reagire alle ingiustizie con intelligenza e cultura. A conservare la memoria per poterla utilizzare poi come arma, contro quei manipolatori che cercano, con ogni mezzo, di calpestare le idee ed i progetti altrui, senza lasciare spazio al confronto. Perché il confronto non ha nemici e le diversità vanno ascoltate e comprese. Sono queste le vere ragioni, le cose importanti della vita che non ancora tutti, in realtà in pochi, hanno capito. È questo ciò che, da quel palco, Dacia Maraini e Claudio Volpe, hanno trasmesso.