Festival Pontino di Musica, l’incanto a Fossanova

Festival Pontino di Musica, l’incanto a Fossanova

15 Luglio 2019 0 Di Luca Cianfoni

L’infermeria della famosa abbazia cistercense ha accolto ieri sera Liza Ferschtman, Jennifer Stumm e Giovanni Gnocchi, per una serata del Festival Pontino di Musica. I tre musicisti hanno trasformato gli antichi echi di dolore dei malati in note paradisiache che hanno invaso tutto il borgo medievale.

Luoghi incantevoli resi speciali dalla musica del Festival Pontino di Musica

Il Festival Pontino di Musica oltre ad avere il grande merito di portare i grandi interpreti della musica classica nel nostro territorio e di contribuire in qualche modo all’educazione culturale e musicale della nostra provincia, detiene anche la grande dote di organizzare i propri concerti all’interno di location a dir poco suggestive. Le Scuderie del Castello Caetani, l’Abbazia di Valvisciolo, l’infermeria dell’Abbazia di Fossanova e ancora altri luoghi che racconteremo strada facendo. Un festival così itinerante permette sia a chi viene da fuori sia a chi questo territorio lo vive tutti i giorni, di scoprire e di riscoprire luoghi pieni e intrisi di storia, di una bellezza inaudita e che lasciano chi li visita ad occhi aperti. Il concerto di ieri infatti è andato in scena nel luogo dove il 9 marzo del 1274 morì San Tommaso d’Aquino.

Il racconto della serata

Sul palco di ieri sera sono salite due artiste già conosciute nella serata di sabato: Liza Ferschtman (violino) e Jennifer Stumm (viola); ad accompagnarle l’italianissimo ma oramai cittadino del mondo Giovanni Gnocchi, violoncellista di primo piano sulla scena internazionale, dove calca i palchi dei più famosi festival e teatri. Il programma della serata è stata un’immersione totale nella musica cameristica di origine teutonica, quattro composizioni la prima e l’ultima che comprendono tutto il trio e al centro due duetti della viola uno con il violoncello e l’altro con il violino. 

Tra “schubertiadi” e musica da eseguire con gli occhiali

Si inizia con il Trio per archi “Tiosatz” n. 1 in Si Bemolle Maggiore, D. 471, di Schubert, un’opera nata probabilmente nelle serate di divertimento viennesi dove il musicista era il più richiesto e che per questo presero il nome di “schubertiadi”. L’esecuzione da parte dei tre interpreti è impeccabile, mostrandosi ben amalgamati, fluidi e molto espressivi nelle dinamiche.

La seconda opera in programma è il Duetto, in mi bemolle maggiore, per viola e violoncello  intitolato dallo stesso Beethoven “con due paia di occhiali obbligati”. Il titolo ironico si spiega grazie alla dedica del musicista tedesco al barone Nikolaus Zmeskall (suonatore di violoncello e suo amico), con cui condivideva la necessità di indossare gli occhiali. Quest’opera probabilmente fu scritta proprio per essere suonata insieme, con Beethoven a suonare lui stesso il violino.

La musica sembra iniziare in medias res, con violoncello e viola da subito impegnati in temi musicali molto serrati. I due esecutori riescono benissimo a tenere alta l’attenzione che un compositore come Beethoven richiede continuamente all’ascoltatore. L’esecuzione attenta dei due interpreti fa emergere in maniera semplice la complessa partitura beethovniana, nei suoi continui contrappunti e scambi melodici tra i due attori della composizione.

La festosità mozartiana e l’esaltazione beethoveniana

Il Duo per violino e viola in Sol Maggiore, K 423 di Mozart porta sulla scena le due donne della serata. Il tocco della Ferschtman sul violino è splendido, quanto il dialogo che la composizione fa intraprendere ai due strumenti durante tutta la sua durata. La scrittura mozartiana evoca una festosa musicalità, rievocata benissimo dalle due musiciste soprattutto nel Rondò finale.

Il programma musicale infine si conclude con il Trio per archi n. 3 in Sol Maggiore, op. 9 n. 1, di Beethoven. Il violoncello di Giovanni Gnocchi si rivela essenziale nel punteggiare e sostenere tutte le trame melodiche della viola e del violino. Il corpo del suo strumento riempie magnificamente ogni spazio, dando le giuste dinamiche in ogni parte della composizione. I tre musicisti però si rivelano dei perfezionisti dei pianissimo, riuscendo a far suonare a volumi bassissimi i loro strumenti senza perdere la definizione delle note, segno di una straordinaria sensibilità musicale e di una tecnica eccellente. Gli applausi alla fine dell’esibizione sembrano non finire più e i tre musicisti di comune accordo concedono il bis del Presto finale beethoveniano. Vederli è uno spettacolo per le orecchie e per gli occhi, Ferschtman, Stumm e Gnocchi si esaltano, saltano sulla sedia, sembrano essere posseduti dalla musica e infine guadagnano un’altra meritata standing ovation.

 

Premio Spiga d’oro

Durante la serata del Festival Pontino di Musica si è svolta anche la premiazione del Premio Spiga d’Oro. La ventesima edizione del premio, ideato dall’architetto Patrizia Fanti con lo scopo di rendere omaggio alle donne che si sono particolarmente distinte per professionalità, capacità imprenditoriali e attività scientifiche, sociali e culturali. La donna premiata quest’anno è stata Franca Palmieri, professoressa di italiano che ogni giorno si spende per far innamorare i ragazzi della letteratura e della poesia. 

“Sono orgogliosa di essere l’unica premiata quest’anno e di portare avanti le battaglie delle donne di oggi e del passato. Dedico questo premio ai giovani e lo porto avanti per loro. So quant’è importante la poesia soprattutto per loro, soprattutto per il mondo di oggi, votato alla violenza, conoscere e apprezzare la poesia diventa fondamentale per costruire un mondo migliore”.