Latina: La bizzarra vicenda di Tetro e i depositi di cose che qui chiamiamo museo

Latina: La bizzarra vicenda di Tetro e i depositi di cose che qui chiamiamo museo

21 Luglio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Era l’aprile del 2017 Damiano Coletta sceglie, con criteri suoi, di “incoronare” motu proprio Francersco Tetro direttore del museo Cambellotti, una vecchia palestra adibita a deposito di cose più o meno ordinate (a Latina abbiamo, appunto, depositi di cose, i musei sono ben altra cosa, basterebbe andarci a qualche museo vero). Mi permisi di ricordare al sindaco, pro tempore, che scegliere Tetro non era politicamente neutro, lui era stato l'”assessore alla cultura”, non all’agricoltura, alla viabilità, della giunta “recuperofascista” di Ajmone Finestra. Diciamo che non era una scelta di rottura ma molto scelta di “revisionismo storico” (ci metto anche una dose di nobiltà) . Scelta motu proprio che trovavo contradittoria, di Tetro personalmente non mi permettevo anche se trovavo di cattivo gusto i suoi richiami all’ebraismo visto il “collaborazionismo” con Finestra. Ma queste, come diceva Pannella, sono contraddizioni sue. Il Tetro mi scrisse, non richiesto, esaltando il motu proprio di Coletta, io contestai solo il fatto che il mio interlocutore era il sindaco perché, seppur senza il mio voto, era il sindaco. Mi dissero pure che era tutto gratuito, io sono setino e dei doni diffido sempre, cosa volete farci vengo da una civiltà di qualche migliaio d’anni di cui 2000 sotto i preti, qualche malizia la tenemo.

Ora? Passano gli anni, le mamme invecchiano e Tetro scaduto non è stato rinnovato, apriti cielo tutti a contestare il sindaco. Io non ho una doppia morale: se il motu proprio a nominare andava bene, perché ora a “liquidare” va make? Allora non era questione di metodi ma di persona: se scegli Tetro sei figo e giusto, se lo “disiscegli” sei sfigato e brutto. Il deposito Cambellotti, voleva pure fa pagare due euro di biglietto Tetro, è vuoto ma non  di cose, di persone, è uno spazio (poi a Latina tutti hanno preso il comune per una agenzia immobiliare) inutile alla città. Possibile che a nessuno di questi espertissimi non è venuto in mente di fare un museo, dico uno, ma degno di questo nome? Magari previa visita ad un museo vero. Oggi i musei sono centri di ricerca, luoghi di dialogo tra tecnologie diverse, strutture che esaltano le esperienze, che si occupano e preoccupano di intrattenimento, sono parte attiva della cultura della città, il tempo dei depositi è finito, ma qui, qui a Latina non lo sanno.

 

Nella foto l’accecamento di Polifemo (gruppo di POlifemo) al museo nazionale di Sperlonga, naturalmente un turista americano che viene in europa una volta nella vita viene a vedere Cambellotti a Latina e evita sta roba “banale” di Sperlonga.