Festival pontino di musica, a Fossanova un’orchestra di violoncelli
22 Luglio 2019Quarta domenica in musica per l’Infermeria dell’Abbazia di Fossanova che ha ospitato un altro concerto del Festival Pontino di Musica organizzato dalla Fondazione Campus Internazionale di Musica.
Cambio di programma ma qualità assicurata
Nel programma originale erano previsti composizioni orchestrali come il Concerto n.1 in Do maggiore per violoncello e orchestra di Haydn e la Sinfonia n. 29 K201 di Mozart. A causa di alcuni problemi però non si è potuta eseguire la musica precedentemente annunciata. Tristi o delusi? Tutt’altro! Tutto può dirsi della serata di ieri tranne che di essersi annoiati o di essersi pentiti del programma alternativo proposto.
“…in principio fu il violoncello…”
Questo il titolo dato alla serata da Giovanni Gnocchi, violoncellista e unico superstite dell’organico della serata originale. Il musicista italiano, ora residente a Salisburgo, ha incantato la platea accorsa all’infermeria di Fossanova con composizioni che hanno spaziato dalla musica contemporanea a quella antica, da quella barocca a quella del periodo classico.
La prima parte del concerto è un monologo del violoncellista: Ombre di György Kurtág, compositore ungherese contemporaneo, è un’opera fatta di attacchi veloci, repentini e silenzi musicali. Le note che fuoriescono dal violoncello sottostanno alla suggestione del titolo e sembrano ombre che in un’assolata prateria scappano via veloci per cercare rifugio. Il Capriccio n. 4 di Joseph Dell’Abaco, compositore settecentesco, non cozza con l’opera precedente, anzi sembra ampliare i suoi orizzonti con le sue sonorità austere e ben scandite. Ancora Kurtág e poi di nuovo un compositore seicentesco: Domenico Gabrielli. Il suo Ricercare n.7 in Re Minore è intrisa di virtuosismo, è un continuo inseguire le note che cercano una casa, una collocazione sulla tastiera senza tasti del violoncello. È una libera fantasia di note, come quelle che compongono la Suite n 2 in Re Minore BWV 1008 di Bach, in cui confluiscono danze provenienti da più parti dell’Europa. Il compositore tedesco è come Salgari, riesce a far trasparire dalle proprie composizioni lo spirito del popolo che quelle danze le hanno inventate. Tutto questo senza mai esser uscito dalla Germania, senza mai esser andato effettivamente in quei paesi. Viaggia e fa viaggiare l’ascoltare rimanendo seduto nella propria camera.
Più voci, uno strumento solo
Nella seconda parte del concerto, chiudendo gli occhi, sembra di essere alla presenza di un’intera orchestra. Giovanni Gnocchi è accompagnato dai propri studenti della Masterclass di violoncello iniziata il 14 luglio al Castello Caetani di Sermoneta e che terminerà il 23. Questi giovani talenti hanno dimostrato di possedere un livello tecnico molto alto, in linea con gli standard del Festival Pontino di Musica.
La loro performance ha dimostrato le grandissime potenzialità di questi musicisti che hanno eseguito con la medesima professionalità la Lamentatione “Fuerunt mihi Lachrimae” cinquecentesca di Alphonso Ferrabosco e le ardite note delle variazioni dell’aria mozartiana La ci darem la mano del compositore tedesco Justus Johann Friedrich Dotzauer. E quindi Scarlatti e poi Schubert, insomma un trionfo della musica e del talento.
Gli studenti della masterclass del Festival Pontino di Musica
Dieci violoncelli, anche all’interno di un’orchestra resta molto difficile da vederli insieme, ci sottolinea la particolarità e l‘arditezza del programma della serata di domenica. Bisogna infine rendere onore a Giovanni Gnocchi e ai suoi allievi che meritano tutti, nessuno escluso una menzione per la loro bravura e il loro talento: Celia Fernández, Caterina Ferraris, Paulin Gude, Martin Álvarez Díaz, Stefano Bruno, Eduardo Antiao Barria, Emanuele Crucianelli, Mattia Geracitano e infine il giovanissimo, Davide Cellacchi, eccellenza della nostra provincia alla sola età di 11 anni.
Foto in copertina dell’articolo di Cesare Galanti.