
Coletta e i “5 stelle”, ma solo Negroni vuol dire qualità
24 Luglio 2019Dice che Damiano Coletta “apre” ai 5 stelle. Dicono abbia parlato con una certa Pernarella, dicono sia consigliere regionale, un tal Stabile e un tal Bassoli in una commedia di Luigi Magni si sarebbe dette “me coglioni”. I cinque stelle non sono un partito ma un risentimento, sono la forma che occupano, hanno come compagni di progetto politico il peso che ha la stella di Negroni,. quella che vuol dire qualità, rispetto al firmamento. Oggi sono un gruppo che si autoregge al governo, un ipereddito di cittadinanza. La loro non è una prospettiva politica ma è la sopravvivenza della risultanza del risentimento. Non sono mai stati capaci di fare una proposta politica locale, hanno un ipermoralismo (poi alla prova di governo molto poco morale) che nasconde il niente. E’ il gassosaro del San Paolo che si fa ministro. Non capisco Coletta che non farebbe un viaggio politico ma una presa in giro umana. Poi, ricordo, i 5 stelle sono alleati (fedeli) di Salvini non di altri, e Federico Pinzarotti, l’amico di Coletta sindaco di Parma non lo hanno “preso” ma cacciato.
Non si bara in politica locale, devi scegliere quello che c’è non inventarti l’impossibile. C’è, a Latina, un elettorato che sta “recuperando” il suo tradizionale moderatismo (badate bene non ho detto fascismo, che qui è inviso tanto quanto nel resto d’Italia) ma non ha ancora ilo suo progressismo. E qui è il nodo, nodo ineludibile. Norberto Bobbio mi insegno che in politica o stai dalla parte del principe o stai con gli ultimi, terza via non è data. Coletta scelga, gli altri scelgano, ma su cose che ci sono non su risentimenti che passano.
Le stelle sono tante, milioni di milioni, ma la stella di Negroni vuol dire qualità. Stamo a Carosello, suvvia siamo seri