Latina tra “An riLegata” e la memoria, delusa, dell’entusiasmo che ebbe Coletta
28 Luglio 2019In questi giorni su queste colonne parliamo di animali fantastici, il secolare, il saettone e quella strana presenta di ciclopi tra noi. Compresi l’arte dei contadini di “parlare” ai rettili, come fossero mici ma lunghi. Richiamo questo modo di raccontare perché oggi, forse, mi serve per spiegare la politica pontina. L’era di Damiano Coletta è nella fase di fine corsa e di riavvio di corsa. Che fare? Il centrodestra sta facendo intorno alla Lega un “restauro” dell’ultimo Vincenzo Zaccheo, hanno preso una Fiat 600 giù di carrozzeria, come direbbe Toto Cutugno, e cercano di spacciarla per una auto elettrica. Se fossi Claudio Durigon vedrei questa roba come fumo negli occhi
E’ la riedizione di Alleanza Nazionale la Lega di Latina, come dire un usato “conosciuto” agli elettori. Certo ci sono le varianti Fratelli d’Italia e Forza Italia, ma ora sono i leghisti restauratori che si muovono. E’ anche in atto la ricerca di un nuovo frontale per l’auto, uno che ne nasconda l’origine. Si cerca nel mondo dei nomi conosciuto, anche qui confondendo una conoscenza passata con una notorietà presente. Per dirla altrimenti stanno cercando la favole narrate da nonne e non storie di droni. Insomma riproporranno una vecchia auto con un nuovo frontale, il tutto con il vecchio motore senza elettronica di 10 anni fa. Quindi? C”è uno spazio infinito di fare qualche cosa di diverso, di alternativo, di dialettico. Coletta si inventa interlocutori, va dai 5 stelle che non sono un partito, manco una squadra di calcetto, sono un sentimento pure con innamorati distratti. Senza dimenticare che al governo stanno con la Lega, quindi tra due anni praticamente “incredibili” in azioni antilega. Non resta che l’opzione a sinistra che, però, viene costruita, letta, pensata come un incontro tra due eserciti differenti, viene costruita nelle divise. Così ciascuno terrà i propri generali, il nodo è la comunanza degli obiettivi, fare una alternativa alla Lega (alias An rivista) ma politica. Non debbono parlare di nomi, di primogeniture, ancor meno di assessorati. Debbono parlare di condivisioni di “sentimenti”, il primo è l’avversario, se hai lo stesso avversario hai una ragione per incontrarti, ma non nei vertici, ma nella militanza. Esiste un humus militante che fa germogliare idee se trova le passioni, la sfida è qui. Del resto la destra a Latina è stata militante e vincente, non di vertice e perdente- Forza Italia non ha mai sopportato Zaccheo, che non sopportava Claudio Fazzone che aveva inviso Michele Forte, ma non partivano dalle antipatie, ma dalla scelta di vincere. Vincevano odiandosi, oggi, tra l’altro, quell’odio può essere usato come antidoto alla “An riLegata”, come un anticorpo. I nomi? Un mio amico corese suggeriva: “non faciate i nomi”, non scegliere i nomi, pensate ad un percorso due anni sono uno sputo nella storia, ma tanti per cambiarla. Coletta? Una pessima amministrazione, ma anche una nascita che diede emozioni, la seconda è utile per domani la prima è stata uccisa, ma restano gli elettori.
Dovremmo ragionare su scenari nuovi, non cercare vendette (An riLega) o ripetizioni di civismi calanti.
La politica è immaginare il secolare, è cercare di studiare i ciclopi è l’impossibile di oggi per costruire la bellezza di domani, il resto è ragioneria del potere.
“Non è mai alcuna cosa sì disperata che non vi sia qualche via da potere sperare.” Niccolò Machiavelli (nella foto), uno che di politica un poco ci capiva