Viaggi corti, l’Annunziata di Cori che “spiega” aerei e papi di cose nuove. Un atto d’amore

Viaggi corti, l’Annunziata di Cori che “spiega” aerei e papi di cose nuove. Un atto d’amore

1 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

Prendete l’auto, prima lenite il caldo con il condizionatore, poi preparatevi ad una incredibile meta. Troverete colori come nei mari tropicali, silenzio come in certi spazi infiniti del Maghreb, troverete pietre parlanti e giganti, come a Stonehenge e il viaggio sarà tra vigne ed ulivi come in Toscana. Se non vi basta e amate gli animali fantastici come a Lockness qui troverete un mostro “secolare”. Sarà un viaggio incredibile che in linea d’aria è poco, in linea di curve niente, ma nel tempo è una eternità.

La meta è Cori, città “rincriccata”. Città di case attaccate alla roccia, cozze allo scoglio della vita. Salite fino a metà paese, ed il paese è case che stringono un budello di strada, quasi il corpo della città vi donasse le vene per farvi arrivare al cuore. La strada è sopra, sotto con la vista che pare dover evitare un tutto c’è la chiesa della Santissima Annunziata. Chiesa del ‘400 realizzata da uno spagnolo, il cardinale Pedro Fernandes de Fria, facciata pulita scarna quasi che il Signore non chiedesse stupore ma solo amore. Ma è una preparazione, come un invito, come un aperitivo alla cena, perché è dentro l’oratorio che farete un viaggio esotico, un viaggio lungo che neanche Raynair vi offre il servigio: un viaggio di 600 anni e più. I dipinti sono di colori pieni, di pietà evidente, di sofisticatissimo linguaggio bizantino misto al rigore medievale cristiano, e l’umanità ancora celata nella divinità ma preparava la “rinascita”.

Dicono che sia come la Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova, dicono… io dico solo andatela a vedere, fatevi circondare dalle storie dell’antico testamento, e poi al centro di tutto il gesto più generoso di cui gli uomini hanno memoria e fede: un angelo dice a Maria che “il frutto del suo seno sarà Gesù”, sarà il Salvatore e nulla sarà come prima. Se “leggete” questo dipinto capite l’animo della gente di questi monti dove vennero angeli sociali a annunciare la nascita di una nuova salvezza, da allora un patto fatto qui con la speranza nonostante che nulla poteva far sperare. Ci voleva un angelo per lenire, lei, la Madonna, ha le mani che incrociano il volto, ama già un bambino che non sa, abbraccia e accetta il dolore della sua missione che non lo farà più suo figlio ma suo creatore. Anche i re si inchineranno portando i doni a Lei e al figlio, il potere non ha “esondazioni” ma ha limiti nella grandezza della Fede, nell’amore della madre, nella misericordia del figlio.

Nel piano non si capisce se non si legge questo quanta Fede c’è in questi miscredenti, quanta pietà in chi non ha mai avuto la pietà per lui.

Un viaggio di 20 chilometri, 3 euro di benzina, una viste su una piana che si fa collina come onda di terra e toccherete con mano la bellezza, la pietà e, forse, capirete perché noi di qui siamo fatti così, e capirete il genio di questa gente che ha fatto atterrare la chiesa nelle cose nuove e volare gli uomini nei cieli del furore. Questa è la tera di Leone XIII e di Alessandro Marchetti, è la terra dove ricordano un annuncio.

Non è importante il viaggio, ma gli occhi del viaggiatore e la bellezza non si cerca, ti circonda