Roccagorga, ma la festa de L’Unità dove la metto? In esilio a Maenza

Roccagorga, ma la festa de L’Unità dove la metto? In esilio a Maenza

3 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

Alla Rocca, intesa come Roccagorga, sono sempre stati socievoli, hanno sempre passeggiato, ed anche si sono appassionati di politica.

““Ecco il paese, ecco il piccolo mondo di un mondo piccolo piantato in qualche parte dell’Italia del Nord. Là in quella fetta di terra grassa e piatta che sta tra il fiume e il monte, fra il Po e l’Appennino. Nebbia densa e gelata l’opprime d’inverno, d’estate un sole spietato picchia martellate furibonde sui cervelli della gente e qui tutto si esaspera. Qui le passioni politiche esplodono violente e la lotta è dura ma gli uomini rimangono sempre uomini e qui accadono cose che non possono accadere da nessun’altra parte“. Questo è Giovannino Guareschi di Don Camillo e Peppone, ma se togliete il “nord”, e la nebbia, rimane lo stesso sole che esaspera anche qui tra i lepini.

A Roccagorga anche i sassi sono rossi, che bianchi di calcare non nascono, neri fumo stonano.

Mah? I “comunisti” quelli di Carla Amici sconfitti alle elezioni dai “reazionari” quelli di Nancy Piccaro vanno subito al riscatto, e cominciano dai simboli. Guareschi ci andrebbe a nozze

Chiedono di fare la festa de L’Unità il 30 e 31 agosto, ma dall’altra parte rispondono “la piazza è occupata”. i “comunisti” chiedono di farla ai “giardini della Croce”, ma i bianchi “reazionari” di Piccaro rispondono “ma non è sicuro”. Quindi? I “comunisti” si arrabbiano e la faranno, la festa, in “esilio” a Maenza dal compagno Claudio Sperduti, non senza ricordare che la Piccaro ai guardini quando era assessore dall’altra parte ci ballava. Bellissime storie di un paese in cui la gente ancora si offende e rintuzza, e in qualche modo si sente viva. Naturalmente il gioco con Guareschi è mio, i “comunisti” (ahimè) non ci sono più, e i bianchi sono lavati con Per lana, ma lo scontro è tanto alla Guareschi, da romanzo assomiglia alla discussione del prete “reazionario” e il sindaco “comunista” sull’ora:

Don Camillo: Hai di nuovo messo avanti il tuo sporco orologio?! 
Peppone: Non vorrete mica che si resti in ritardo sulla reazione? 
Don Camillo: La torre segna l’ora solare, il sole non fa politica: il tuo orologio va avanti. 
Peppone: È l’orologio del popolo, se è in ritardo sul popolo tanto peggio per il sole e tutto il suo sistema! 
Don Camillo: Poh, Signore difendetemi, la Terra non gli basta più, vogliono rifare l’Universo. 

Don Camillo andò a rimettere l’orologio.

 

Il sindaco Nancy Piccaro alla festa dell’Ambiente ai giardini de la Croce