Coletta e le citazioni abusive, in Consiglio scivola su Einaudi

Coletta e le citazioni abusive, in Consiglio scivola su Einaudi

5 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

Il sindaco Damiano Coletta esordì in consiglio comunale con l’elogio di Pericle, lesse il suo discorso. Peccato che l’ateniese parlava non al popolo di Atene ma ai “padroni” di Atene, peccato che dalla democrazia dirette di Pericle ad oggi c’è stata di mezzo la “democrazia della rappresentanza”. Quel modello liberale che nel corso dei secoli ha creato le assemblee rappresentative e la divisioni dei poteri dello stato, la distinzione tra etica e politica. Insomma in democrazia non ci sono tribuni che rispondono direttamente al popolo, ma governi controllati dai rappresentanti del popolo, e per la morale ci sono i preti (per chi ci crede senza invidia), per i malfattori i carabinieri, per le pene i giudici.

I sindaci, sono come i presidenti di condominio, debbono far funzionare la città e non la città ideale ma quella degli uomini.

Oggi, sempre in un intervento nel corso del consiglio comunale, il sindaco, non pago della gaffe politica iniziale (ma forse ci credeva, ci credevano, davvero) si è lanciato con una citazione scivolosa: I politici non pensano alle prossime elezioni ma alle prossime generazioni. Lui l’ha attribuita a Luigi Einaudi. Ma Einaudi non l’ha mai pronunciata, il presidente Mario Monti l’ha erroneamente attribuita a Alcide De Gasperi che neanche lui la pronunciò. La frase è di  James Freeman Clarke un teologo e politico statunitense dell’800.

Forse sarebbe meglio non citare, ma fare.

Poi a Coletta le citazioni non vengono, come a me le ciambelle col buco.

 

Nella foto James Freeman Clarke