Quando San Lidano andò alla biennale di Venezia e folgorò Gabriele d’Annunzio

Quando San Lidano andò alla biennale di Venezia e folgorò Gabriele d’Annunzio

6 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

Questo quadro si intitola “Processione di San Lidano” è del pittore danese  Kristian Zhartmann. Lo espose alla prima biennale di Venezia nel 1885. E’ la devozione a Lidano degli abitanti del suo paese natale, Civita D’Antino. La scelta sul tema di Lidano era la scoperta del legame profondo tra la comunità che diede i natali al santo e il santo stesso. Civita d’Antino, in Abruzzo, si presenta così: città natale del benedettino San Lidano iniziatore delle bonifiche delle paludi pontine nell’XI secolo.

Ci fu un grande amore tra il pittore danese e la città abruzzese, un amore che nasceva dalla intensità dei cvolori di quel mondo, da una luce incredibile e da sentimenti fortissimi.

Così lo riporta Wikipedia: “Fra Zahrtmann e Civita d’Antino fu amore a prima vista, a tal punto che nel 1902 all’artista danese venne concessa la cittadinanza onoraria. In seguito tutti i suoi discepoli danesi, fra cui anche alcuni norvegesi e svedesi, elessero Civita d’Antino come loro Patria ideale e sede della Scuola pittorica dell’Accademia di Copenaghen, tutta tesa alla scoperta di quel rapporto fra luce e colore che solo i paesaggi della Valle Roveto potevano garantire. Così in momenti diversi soggiornarono a Civita D’Antino circa 90 pittori, che immortalarono i contadini del luogo durante i lavori sui campi e soprattutto durante la mietitura. Numerosi sono i musei che conservano in Danimarca scene di vita di quest’angolo d’Abruzzo. Nell’esposizione di arte internazionale di Venezia (la biennale prima edizione) fu esposto, era il 1895, il quadro dal titolo la Processione di  San Lidano, protettore di Sezze e della diocesi di Latina, Terracina, Sezze, Priverno, che attrasse anche l’attenzione di Gabriele d’Annunzio”

Insomma San Lidano ha “aperto” la biennale di Venezia 125 anni fa, ha fatto innamorare Gabriele d’Annunzio ed ora lo vorrebbero far diventare il guardiano di un belvedere che la sua mole scultorea  “accapperebbe” (per gli italofono, nasconderebbe) . Non sarebbe, la piccola statua una elevazione ma una diminuzione, un salto ad arti minori visto che Zhartmann è un grande assoluto della pittura danese e scandinava e Gabriele d’Annunzio che ve lo dico a fa,

Ecco magari raccontare queste storie sarebbe bello, non cercare monumenti inutili a vanità effimere.

 

PS: questo articolo non sarebbe stato possibile senza la preziosa e saggia consulenza di Filomena Danieli