Salvini a Sabaudia: “qualcosa si è rotto”, cosa non si sa

Salvini a Sabaudia: “qualcosa si è rotto”, cosa non si sa

7 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

La piazza, la piazza di Sabaudia, si presta, è piazza di consensi e adunate, anche la città nata col governo, governativa. Gli annunci erano roboanti, pareva l’inizio della fine. In parlamento, naturalmente, non era accaduto nulla, il tratto ferroviario Torino-Lione si farà, solo qualche allocco sfamato poteva credere il contrario. Quello è un pezzo di un asse di trasporto che va dal Portogallo alla Russia, è il futuro dei trasporti che forse non vedrà più camion e auto, ma treni e altre diavoleria. Insomma non è successo niente, e Matteo Salvini che aveva creato il terreno fertile per il “pronunciamento perfetto” ha detto che forse si vedrà, che non è potere e… chissà chi lo sa per dirla alla Febo Conti.

Come se Giulio Cesare sul Rubicone avesse detto: il dato sta per essere tratto, ma ad un tratto so allergico all’acqua e ci accampiamo qua.

Questo è il paese che ha dato all’umanità la lirica dove “ogni dramma è un falso” per dirla alla Lucio Dalla, questo è il paese delle prefiche che piangono i morti pagate, per mestiere e non per dolore. Questo è il paese dove nulla è come appare e tutto ha un’altra bellezza.

E passato Ferragosto si vedrà, intanto se tira a campà. Ci vuole un Winston Churchill  per promettere lacrime e sangue, qua fanno le quasi crisi, le quasi rivoluzione, le tutto sommato ho cantato bene ed ho preso gli applausi.

Il treno ad alta velocità, si fa, e il rumore di fondo dell’universo fa finta che sia vera, ma è commedia, commedia dell’arte, un altro nostro dono all’umanità

Qualcosa si è rotto, dice il capo a Sabaudia, ma cosa non si sa: forse l’auto della signora accanto, forse il condizionatore. Qualcosa sarà pur qualcosa.