Viaggi corti: Rocca Massima, un posto bellissimo e ci passa la mia storia

Viaggi corti: Rocca Massima, un posto bellissimo e ci passa la mia storia

8 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

Sapete ho intrapreso un viaggio del tutto sedentario intorno al mio mondo, sono stato (si fa per dire) a Cori, a Norma, a Borgo Faiti, a Rio Martino. Ma questa volta non vi descriverò un posto fisico ma un posto dell’anima, un posto che mi ha scelto ed io ho scelto. A Latina c’era un afa della madonna e qui invece… Qui invece l’aria pareva uscita da un condizionatore e c’era una luce che faceva tutto bello, di un nero pieno. Vi parlo di Rocca Massima, è il più alto comune della nostra provincia, un posto che fa quasi freddo come alle Dolomiti, ma poi è una lunga primavera. Ho amato questo posto per un fatto del tutto mio, è il posto dove mio padre, Antonio ha lavorato per 20 anni. Faceva il bidello, i professori cambiavano sempre e lui no, per cui quasi coincideva con l’idea della scuola per i ragazzi di lì. Aveva una Fiat 1100 carta da zucchero, ha lavorato quella auto per lustri, e non si fermava mai. Lui la prese già di seconda mano, targata CE. Ma visse con lui quasi per sempre, diceva che era “una signora macchina”, sarà per questo che amo le Fiat desiderando un’Alfa Romeo (ma questa è un’altra storia). Saliva sempre, saliva comunque, e portava le insegnanti. Credo che ad un certo punto si sentisse importante per quel ruolo che nessuno gli aveva dato, ma lui si era preso. Mi portava di tanto in tanto, io mi mettevo a studiare e facevo giri per i vicoli stretti, per i passi in salita, poi mi avventuravo verso Segni che mi pareva la strade per il mistero con boschi fitti, fitti. Da Cori per arrivarci la strada era bianca e al pascolo brado le mucche, pareva un altipiano alpino, ora la strada è asfaltata ma l’altopiano non ha perso il suo richiamo. Sentivo di lupi, ma non so, ma era così solare quel posto quando c’era il sole.

La vita poi ti porta altrove, ma i posti li tieni in dosso, lo volevano trasferire papà, ma lui resisteva, era come se ci fosse nato lì su, Giorgia era la sua collega, moglie di pastori e ogni tanto ci regalava un agnellino che diventava vecchio con lui, per la gelosia del nostro cane Lupo che dal nome vi sarà evidente che con le pecore aveva qualche conflitto.

Il 17 settembre del 2017 il sindaco di Rocca Massima Angelo Tomei, consegno a me e mia sorella Alessandra una targa con tanto di stemma del Comune dove lo ricordava firmandosi: Angelo Tomei, sindaco di Rocca Massima, uno dei ragazzi di Grassucci. 

Ho fatto questo viaggio oggi che sarebbe stato il compleanno di mio padre, mi perdonerete il conflitto di interessi, mi perdonerete l’ardire, ma è per dire che i viaggi corti sono difficilissimi, e per questo da fare, perché hanno ricordi intorno.

Dissi a mio padre una volta: “papa però sarebbe bello finire la vita qui”. Già ritirarsi in alto, come le aquile che, infatti, nessuno ha mai visto morire. Credevo, e credo, che qua su la gente sia lontana parente delle aquile.

Rocca Massima è bellissima nel suo silenzio fresco, qui volano gli angeli, ma qui trovi l’idea che hai un mondo intorno.