Salvini, la strana crisi e la partita che ci giochiamo a Latina

Salvini, la strana crisi e la partita che ci giochiamo a Latina

9 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

E ci risiamo con le elezioni, passata la poco la rivoluzione del marzo 2018, poi quella di maggio delle europee e rieccoci qua. Naturalmente resta il dubbio di qualche sorpresa, ci sono 1000 persone che non hanno fretta di andare a casa. Ma? Matteo Salvini si è convinto dell’autosufficienza politica, e forse ha ragione. Ma vediamo le ragioni precedenti perché c’è un precedente quello di Matteo Renzi, che rivoluziona le elezioni politiche, travolge alle europee e poi prova a dare la zampata finale con il referendum costituzionale, punta tutto e ottiene anche il 40%, ma si vinceva a 51 e la stella tramonta. Ora Salvini non punta al 30%, ma al 51 e qui si apre una partita tutta nuova. Vorrebbe farlo gestendole le elezioni come ministro dell’interno, cosa che, naturalmente (lo capite) non gli faranno fare. Si tenterà un nuovo governo che comunque non lo vedrà in alcun ruolo, tanto meno in uno strategico. Infatti Giuseppe Conte dice: “Salvini non gestirà i tempi della crisi”. In Parlamento c’è una massa di parlamentari disposta a tutto, meno che ad andare a casa, e poi c’è un signore che non può giocare ma deve garantire che è Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica. Un gioco che inizi ma che non sai mai dove finisce, e c’è una pancia elettorale del paese che non ama chi fa la crisi, non ama i litigi. Il spirito democristiano si è attenuato ma non è morto. E quando credi di vincere, anche Bettino Craxi tento di fare il sorpasso a sinistra, e ne fece di cose importanti, ma poi…

A Latina? L’unico tranquillo è Matteo Adinolfi il parlamentare europeo della Lega che questa situazione blinda, a dispetto di Zicchieri e Durigon che debbono riguadagnarsi la pagnotta, lo stesso vale per la Marinella Pacifico dei 5 stelle, si rimischiano le carte anche per Nicola Calandrini che in parlamento è arrivato all’inizio di quest’anno, e per Claudio Fazzone che, dopo, tanto non ha un partito e una collocazione certa. Ed è certo che gli ultimi tre, al di là, delle posizioni ufficiali non vedono certo di buon occhio le elezioni anticipate. Sono quella pancia del parlamento che avrebbe voluto godersi le ferie e anche andare avanti. Anche se, in cuor loro, anche i primi due mica ballano, si sarebbero fatti ancora un poco di mesi di tranquillità.

La crisi la cominci ma poi non sai come va a finire, mai. Lo spred sale, c’è l’Iva e ci saranno sempre “uomini di buona volontà pronti a sacrificarsi”. Staremo a vedere, di fatto Salvini punta tutto sul 4 nero, la pallina gira, gira, ma dove si ferma mica si sa.