San Lorenzo, quando a guardare le stelle c’erano ragazzi diversi da me (saluto a Merlino)
10 Agosto 2019Avrei voluto che le stelle fossero fisse nel firmamento della vita, poi son cadute lacrime alla vita. Ora spero che se apro la mano una, una sola, almeno mi macchi il destino . Il tuffo di una stella.
Già questa notte le stelle si tuffano dal cielo, i cristiani pensano che siano lacrime per la sofferenza di San Lorenzo bruciato su una graticola. Qualcuno dice che sono i carboni ardenti di quella notte di dolore. A me piace l’idea di un cielo che piange per un uomo che ha Fede e della sua Fede fa martirio, come fanno gli eroici cavalieri contro l’ingiustizia, per il santo Graal, per un valore che vale la pena.
Cadono le lacrime, e la storia di questa notte entro nella mia vita per un accidente della politica. Mi invitarono degli amici, quelli di Passepartout per primo Daniele Cardarello , a presentare un libro di Michele Merlino uno delle teste pensanti della destra anarchica italiana, l’incontro era al Foro Appio di Paolo Galante. Ora mi ci vedete a me a parlare con i fascisti? Di pregiudizi ne avevo, ma sarei stato vile a non andare, a non “accettare” il confronto, sarei stato quello che odiavo “intollerante”. Certo non fu facile, Merlino era gioviale, un gran barbone, pareva uno di quegli anarchici di fine secolo. Ero in terreno ostile e parla Merlino: “vi ricordate quando andavamo in Semprevisa a vedere le stelle cadenti, andavamo a esprimere desideri con il naso all’insù”. Mi desto: “come vanno a vedere le stelle cadenti la notte di San Lorenzo?”. In quel momento non erano più gli avversari, ma una domanda “che desiderio esprimevano”. Certo non condivido nulla di loro, ma c’è un bellissimo pezzo del “Il Sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern in cui alcuni soldati italiano entrano in una isba, hanno fame, dentro trovano soldati russi che hanno la stessa fame, a pensarci ora erano ragazzi di 20 anni tutti, non sparano, non si sparano si spostano per far posto ai nuovi affamati. Mangiano fianco a fianco, avevano bisogno della stessa zuppa. Gli italiani escono, erano alpini, nessuno spara. Poi, poi, sarebbe andata diverso ma per il tempo di “vivere” restarono uguali, un miracolo.
In quel momento anche io avevo davanti dei ragazzi che guardavano le stelle e… “io non pensavo che voi guardavate le stelle che cadevano e cercavate desideri come noi, pensavo a voi orchi sempre, e sbagliavo perché anche nelle file degli altri c’è la poesia. Naturalmente non mi pento e vi combatterò con tutte le mie forze, ma chissà che desiderio…”
Siamo rimasti diversi, distanti, ma ogni tanto mi invitano per sentire una idea completamente diversa, ma il ponte sono state le stelle cadenti della notte di San Lorenzo
Vedete San Lorenzo stupisce, fa cose incredibili fa sognare nemici, non lo stesso sogno ma nell’umana speranza.
Guardo le stelle che cadono ed il desiderio che esprimo è una lettera che arriverà al suo destino. Una lettera che è un pensiero, veloce come l’ultima stella che cade
Bellissimo questo articolo. Siamo tutti accomunati dalla stessa misera condizione umana. Se si potesse trovare un modo per vivere senza farsi del male reciproco…se solo si potesse!
Dovremo tutti solo essere curiosi dell altro