Femminicidi a Cisterna, l’inizio di un confronto?
11 Agosto 2019Si faccia agorà, si crei discussione, si contaminino le persone e si faccia in modo che dal dialogo scaturiscano idee nuove per un’azione condivisa e organica. Questo è anche l’intento di chi scrive e quando succede che il confronto nasce è sempre un’ottima notizia.
La partenza di un confronto
L’articolo di pochi giorni fa sui femminicidi a Cisterna di Latina aveva proprio questo intento. In particolare è giusta la riflessione e l’appunto di Maria Vittoria de Marchis all’articolo. La docente ha alzato un grido di protesta contro chi scriveva dicendo:
L’ educazione all’affettività non è stata Dimenticata! Cosa ne sapete voi dei progetti che si attuano a riguardo nelle scuole, cosa ne sapete voi di come le famiglie vengono coinvolte, cosa ne sapete voi dell’impegno che mettiamo per EDUCARE all’amore, al rispetto non solo verso la donna ma verso tutti! Progetti che rientrano nella disciplina “convivenza e costituzione”! Ogni volta che sono successi questi episodi, noi lì pronti a intavolare discorsi sull’affettività, appunto, pronti a far capire loro che la famiglia è li che ti protegge e non è un luogo dove sentirti in pericolo! Poi prendi il coraggio, con i dovuti modi per far capire che a volte, qualcuno va “fuori di testa”!
Ben venga che nella scuola pubblica si portino avanti questi progetti, come tra l’altro ci si auspicava nell’articolo precedente. Ben venga che qualcuno ancora creda che la scuola serva a formare i buoni cittadini del futuro e chi scrive è entusiasta di sentire queste parole.
I docenti e la scuola
La domanda che scaturisce dopo tutto ciò è già all’interno dello stesso commento della docente che ha risposto all’articolo:
La scuola, come istituzione, non ha dimenticato, non dimentica, fa il suo lavoro, spesso senza risorse, cerca, per quel che le è possibile, di formare “l’ uomo e soprattutto il cittadino”!
Ecco quello che forse andrebbe migliorato a livello di scuola come istituzione è l’arrivare ad eliminare il fatto che questi progetti spesso siano portati avanti “senza risorse”. La domanda fondamentale che viene da porre in seguito a questo commento è: perché l’educazione all’affettività e all’amore deve esser portata avanti solo da progetti spot, magari sparsi a macchia di leopardo sul territorio? Perché non dovrebbe essere affrontata in maniera organica in tutte le scuole con progetti specifici? Perché le scuole pubbliche non devono esser fornite degli strumenti idonei per portare avanti i loro progetti? Perché un insegnante deve sentirsi abbandonata o isolata nel portare avanti progetti simili? Prosegue il commento scrivendo:
Forse, chi di dovere si e’ dimenticato della scuola, di dare il supporto strutturale, economico per attuare per attuare ciò che l’offerta formativa propone, che parte sempre dalle situazioni socio/culturali in cui i ragazzi vivono! Noi, come insegnanti non abbiamo dimenticato che davanti abbiamo i cittadini di domani! Si arranca ma si va, è la professionalità e la coscienza civile che te lo chiede!
Perché non dar vita ad un incontro in cui scambiarsi i progetti?
Ecco quello che si intendeva nell’articolo precedente era che la scuola in questi campi non deve arrancara, che non ci si può affidare solo alla professionalità e alla coscienza civile di alcuni, poiché altrimenti si portano avanti delle azioni solitarie, che nel mare magnum della nostra società purtroppo si perdono. Quello che l’istituzione scolastica in questo caso dovrebbe fare non è lasciare l’iniziativa alle singole insegnanti o ai singoli istituti nella migliore delle ipotesi, ma agire e agire in maniera forte, perché il problema dei femminicidi è si un problema forte nella città di Cisterna, ma ha proporzioni nazionali. Allora l’agorà l’abbiamo, in questo caso virtuale ma può diventare reale in breve tempo, il confronto magari può essere aperto a tutte le insegnanti e agli psicologi del territorio e magari diventare ricorrente. In questo modo, almeno in questa realtà potrebbe partire un discorso portato avanti organicamente su tutti i livelli scolastici. Si potrebbero coinvolgere l‘amministrazione comunale, attori istituzionali più grandi, in modo da trasformare una problematica grave in occasione di rivalsa sociale per la città. In questo convegno si potrebbero scambiare i progetti tra le istituzioni scolastiche, fare in modo che l’agorà funzioni appunto da contaminazione e da scambio vivo di idee e che non sia come una piazza metafisica di De Chirico, immensa e vuota. Condividere e comunicare per fare in modo che il fenomeno tragico dei femminicidi a Cisterna e delle violenze domestica cali in maniera drastica, per fare in modo che le donne non abbiano più timori di denunciare. Quali possono essere le idee da scambiarsi? I progetti da attuare? Come si può agire? Facciamolo qui per ora, scambiamoci le idee, da soli è più difficile, insieme si può.
In foto “Piazza d’Italia” di Giorgio De Chirico