Nadia Toffa e la incredibile forza di raccontare

Nadia Toffa e la incredibile forza di raccontare

13 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

Non so quanto, e quante, ne muoiono ogni giorno per una malattia infingarda che ha toccato quasi tutti noi negli affetti privandocene.

Ma abbiamo bisogno di simboli, di casi, di dolore collettivo per ricordare ogni dolore privato. Non amo le Iene, non amo la loro “invasione”, ma quella donna giovane che ha combattuto a viso aperto il male, non celandolo ma raccontandolo mi colpisce.

Nadia Toffa aveva 40 anni, era nel mezzo del cammin della sua vita, era energia pura è andata via senza energie, una beffa. Il presidente Sergio Mattarella ha scritto commosso anche lui, perché ci sono simboli, vite simbolo, che ci servono per la somma dei mille e mille dolori privati. Ho accompagnato persone a me vicine, con il dolore che si prova sapendo che il termine incerto è certo, è breve e il tempo va veloce.

Ho cercato di nascondere a chi sapeva il suo tempo corto, per farlo più lungo. Ho venduto illusioni a prezzo mio altissimo, ma lo rifarei. Ogni volta che ci penso lo rifarei, c’era una persona che distingueva le bugie tra quelle malvagie e quelle “scusatorie”, quelle che servono a mettere i colori nelle pagine in bianco e nero che stanno diventando bianchissime.

La ragazza delle Iene ha raccontando il credere nella vittoria certa. Non si è nascosta, sapeva ogni passo, ed è un modo anche questo, ma io non avrei avuto il suo coraggio perché ho nascosto.

Ciascuno di voi che ha il distacco nell’anima sa che lo sconforto è la malattia di questa malattia e quando finisce ti lascia soli perché finisce anche la resistenza a resistere.

Ho seguito percorsi lunghi e percorsi rapidissimi, sempre nel dolore lunghissimo e lancinante di dopo, sempre nel dolore delle parole che sono mancate. Oggi ho letto e riletto della ragazza, ho letto le parole del capo dello Stato “ Il Presidente Mattarella colpito dalla prematura scomparsa di Nadia Toffa ricorda la vivacità e simpatia del suo impegno di giornalista e il coraggio con cui ha affrontato la malattia”. 

Penso che il Presidente avesse tante cose a cui pensare oggi, aveva da fare, ma si è fermato per una ragazza, ma non solo per lei, attraverso lei per tanti, tante, troppi e non è il “dobbiamo fare qualcosa”, ma dobbiamo riconoscere la vita, dobbiamo sentire che ci sono momenti dove ti devi fermare, momenti in cui ci dobbiamo fermare, per un poco perché solo cosi restiamo umani