Storie d’agosto: La ragazza e il piccione

Storie d’agosto: La ragazza e il piccione

13 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

La strada è vuota, d’agosto. Di questo tempo anche Roma pare una periferia e non l’ombelico del mondo. La gente fugge, come se il caldo non fosse complice di nulla, ma esclude la gente dalla sua vita.

L’asfalto quasi scioglie, quasi fa effetto sabbie mobili “immobili”, ma molli. C’è vento, e questo fa accettabile il tempo di mezzogiorno. Vanno tutti di fretta al passo sotto il sole, come in un film di Sergio Leone su un west senza legge, ma anche quasi sempre senza nuvole.

Tutti assenti tranne una ragazza ed un piccione, il piccione è quasi un pollo, privo di voglia di volare e grasso di città. I croccantini hanno fregato i gatti, la città ha fregato i piccioni. La ragazza forse non ricorda il caos che teneva via ogni vivente e anche gli uomini, da questa città quando era città di gente, non come oggi che è spazio d’afa.

Ora il piccione è lì, pare un cartone animato con quel goffo muovere del collo e guardare di lato che fanno tutti gli uccelli quando non sono in volo.

La ragazza scatta, lo vuole toccare prendere, scatta e corre. Il pollo si ricorda che sa volare e fa un salto in volo e va un poco più in là, pare stanco, pigro quanto la ragazza è ardita, forte e decisa.


Non lo prende e sbatte le mani sui fianchi: “fatti prendere”. E ride, forse altre ragazze poco lontano sono complici di questa “caccia”, e si divertono. Il piccione forse neanche disdegna, in fondo ci si annoia indifferenti in questa città lenta, meglio il rischio con la ragazza che la corsa di quei viziati di cani. Lo corsa dura 50 metri, ma restano distanti. Lei ha il fiatone, il piccione è come la tartaruga in gara con Achille, sta sempre un poco più avanti.
Il gioco finisce, ma non aveva una fine, un fine, era per come era. Due solitudini che si erano accompagnate, due mondi impossibili uno di terra, uno di volo che si incontravano di corsa sulla strada. Incontri che solo d’estate si incontrano. Incontri possibili per l’afa.

 

Foto: piccione impossibile di Lucas Martell