Viaggi corti: la duna, quella Polinesia tra Capo Portiere e Rio Martino (per tacer di Sabaudia)

Viaggi corti: la duna, quella Polinesia tra Capo Portiere e Rio Martino (per tacer di Sabaudia)

17 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

E se il mare lo vedi a sbarcare? Si capovolto, non guardando il mare. Da noi se guardi spalle al mare vedi una montagna di sabbia dove le piante si “arrabbiano” a voler vivere nonostante il vento, fregandosene del sale, e resistendo al sole. E’ facile per l’acqua star li ed essere la “maggioranza”, difficile per la duna provare a resistere. La gente ci passa, la oltrepassa, ma mica ci fa caso. Eppure ha la testardaggine utile e indispensabile per fare questo bagnasciuga, quella spianata di sabbia dove ti puoi rifugiare, dove la gente va a guardare il mare e non la duna. Le piante qui sono piatte crescono come le zucche, per largo e non in alto che è regno del vento. Sono contorte, si incastrano, la duna ha piante a trama, come un vestito leggero su di un corpo di sabbia. E nessuno la guarda, è una dama di tempi persi, ora si cerca le sensazioni a effetto rapido, e le dune sono eguali, non si muovono come il mare e non ci puoi fare il bagno dentro. Certo se guardi fermo vedi uccelli e lucertole, vedi farfalle e indaffarati insetti vedi la vita dopo il mare. Lui il mare, geloso, continua ad agitarsi, a far rumore, la duna no, è una signora discreta, è gentile se non la vai a disturbare, è una coperta di Linus per un vecchio contadino che nel mare non saprebbe cosa piantare, non come i marinai che sanno pescare. La duna tra Capo Portiere e Rio Martino è come un dipinto di macchiaioli sul mare. La duna è “un film in bianco e nero visto alla tv” anche d’estate è “poco moderna”.

La duna meriterebbe un viaggio, meriterebbe una gita pigra che ti porta lontano. Alberto Moravia diceva che era come quella di Dakar, come l’annuncio di un continente, di un “vuoto” così pieno da avere tutti i colori dell’universo. Qui dietro la duna ci sono laghi, e altro verde lontano. Parliamo di una striscia di sabbia a guardia come i soldati del Deserto dei Tartari di una invasione del mare che non pare arrivare.

Ma tutti ci passano sopra, nessuno la guarda, guardatela dal mare quando il cielo ha pezzi ovattati di nubi, lontano i Lepini, che non offendono, dove le nubi basse si va a baciare il Semprevisa. Non è bello, è lo straordinario che hai accanto che non pensi che la Polinesia sia così vicino, che l‘Africa è ad un tiro di schioppo, ma che dico che stai qui nello straordinario che non sappiamo.

 

Nella foto la duna di Latina, scorcio