Storie d’agosto: un sogno da 5 lire

Storie d’agosto: un sogno da 5 lire

21 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

Ma quanto costano i sogni? Cinque lire mi disse mia nonna. Cinque lire che te le do questa sera. Domani, se non sogni ne avrai dieci. 
Non ti prometto nonna i sogni vengono così, mica li chiamo.

No, no non li devi chiamare loro verranno e tu dirai, no sono un uomo non un bambino, tornate da dove siete partiti.
Ci provo, ci provo, ma dimmi dove vanno loro a dormire quando sono sveglio e non posso sognare.
Vanno dall’altra parte della luna dove ci sono i senni di ogni umano che se è in vita sono con loro, se c’è stato li sono tornati, se saranno da lì partiranno
E ci vivono solo sogni e senni?
Anche baci a dire il vero, ma non quelli miei a te, quelli che scoprirai
Da grande?
No, no quando penserai di esser grande loro, i baci, ti faranno bambino per tutto il tempo di quelle labbra e gli occhi chiusi
Va bene, nonna, non sognerò e domani avrò 10 lire e potrò andare dal Vecchiotto a comperarmi i soldatini, sai nonna ha i sudisti e i nordisti, i sudisti sono grigi e i nordisti blu. Ci faccio la guerra con Alfredo, lo aspetto presto ci giochiamo sotto il tavolo
Vedi, mi devi ridare le 5 lire
Perché nonna?
Hai sognato, sei incapace di non farlo. Sei il mio tarlo, io volevo insegnarti la crudeltà del vero, ma tu vivi nella fantasia felice. Sei la mia disperazione. Sai io debbo andare presto e solo, solo con questo pensare tu mi farai disperare
Ma dai nonna, gioco solo con Alfredo.
Sogna figlio mio, che sei nato per sognare e domani ti comprerò i soldatini e sentirò quando li farai sparare con la bocca e saltare con le mani.
Si nonna, sai è una guerra tra americani, ma a me piacciono quelli del sud
E perché?
Perché perdono nonna.
Vuoi perdere?
Sai che ho capito, che chi perde qualcosa poi la sogna.
E’ vero…


Ogni tanto, ora che ne è passato di tempo, mi capita di ricevere 5 lire prima di andare a dormire per evitare il mio male, per salvarmi… e mi sveglio che non sono stato solo.
O naturalmente ho dimenticato di dirvi che è lei che mi ha insegnato le storie e la fantasia, e poi, forse, non se ne è pentita