Anarchici e italiani, due colpe da morte. In ricordo di Sacco e Vanzetti

Anarchici e italiani, due colpe da morte. In ricordo di Sacco e Vanzetti

23 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

Al mondo c’erano due disgrazie che il mondo non tollerava, essere italiani e essere anarchici.

Ed era solo poco più di un secolo fa. Essere anarchico e italiano per tante cose è la stessa cosa. Perché la creatività e la bellezza o sono anarchiche o non sono.

Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti erano anarchici perché italiani, italiani perché anarchici.

Erano figli di quella fame che li aveva portati in una terra che si diceva di libertà, l’America, ma era solo ipocrita.

Sono stati uccisi dall’ipocrisia, dai bepensati, dai baciapile, da quelli di buonsenso. Da quella stessa ipocrisia che oggi gli italiani, diventati ricchi, sono diventati non meno ipocriti degli altri ricchi.

Nicola e Bartolomeo mobilitarono il mondo per l’evidente ingiustizia, ma l’ipocrisia non ama la verità, fa l’amore con il preconcetto, è sorda all’umanità.

I liberi, gli anarchici, pensano che la morte per mano della Stato non sia meno assassina anche contro Caino, ma loro erano Abele.


Li hanno uccisi perché gli anarchici, gli italiani, quelli di un altro mondo non possono sognare nel mondo dell’ipocrisia ricca:

“non augurerei a un cane o a un serpente, alla più miserevole creatura della terra, ciò che ho avuto a soffrire per colpe che non ho commesso. Ma mia convinzione è un’altra: che ho sofferto per colpe che ho effettivamente commesso. Sto soffrendo perché sono un radicale, e in effetti io sono un radicale; ho sofferto perche sono un italiano, e in effetti sono un italiano; ho sofferto di più per la mia famiglia e per i miei cari che per me stesso; ma sono convinto di essere nel giusto che se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte, e per due volte io potessi rinascere, vivrei di nuovo per fare esattamente ciò che ho fatto”,

Bartolomeo Vanzetti, anarchico, italiano, assassinato 90 anni fa insieme al suo compagno Nicola Sacco.

 

Nella foto Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti