Storie d’agosto: i perditempo

Storie d’agosto: i perditempo

25 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

Dio che stelle quella notte. Tante, tante e alcune così lontane, altre vicine che parevano luci accese di un vicino di casa. La luna un poco ci stava a fare la sua luce, tutto era fermo. Una serata eccezionale. Lui si vestì, era in quel tempo in cui ti cominci a stancare, senti ogni tanto le forze mancare e spesso il rumore di fondo non è una scoperta ma il ritorno di un antico sogno che si è fatto incubo. E’ il tempo che passa, pensò lui, ma era deciso ad uscire per seguire il ricordo infantile di quando quei passi erano sfida alla paura, ora lui era la paura.

Si la paura dei troppi ricordi, delle battaglie perse, delle idee che viaggiavano su cavalli alati ora sono miseria di un presente senza le ali. Si sarebbe detto stanco, eppure dormiva e non diceva, e non faceva nulla. Ogni tanto gli venivano contro, memoria di antiche passioni, lui non rispondeva, silenzio di emozioni.

Si vesti, antichi gesti che già aveva visto, stivali, calzoni alla zuava e cappello, un poco storto per vezzo. Si vesti senza cappello la volta dopo, con scarpe mocassino morbide da poter far danzare il piede e la sigaretta unica amica, ora toccava a lui che non fumava, non cantava, ma aveva medesimo ricordo. Le stelle, sarebbe lungo dire che ne aveva sentito di storie sulle stelle, molte erano storie belle altre facevano paura.

Poi quella volta che chiese “nel mezzo del camin di nostra vita…!, ma cosa vuole dire. Il primo lui rispose “che il tempo finisce ed esiste un tempo di inizio, poi uno di mezzo, e poi scivola giù”.

Gli chiesero, ma dove vai. Lui rispose “dove volete che vada, non dipende da me”. Eppure era saputone, di quelli che capiscono tutto non capendone niente, ma ora era così.

Si alzo il bavero della maglietta, come fanno quelli che vogliono dipingere uno stile che non c’è.

Dicono che avesse tanto da dire e che ogni tanto si faccia silenzio per sentire, dicono che non tornò. Dicono che si è intorcinato nel ragionamento basso con un tasso, che si è perso a cercare una Beatrice insieme ad un’istrice che non si trovava. Chi lo conosce sa che si è perso dietro ad un gatto, e il gatto con lui, due perditempo che si conoscevano.

 

René Magritte,  La Reconnaissance Infinie