Latina, alla politica mancano i protomedici

Latina, alla politica mancano i protomedici

29 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

In politica non si rinfaccia mai il tempo passato, ma si gioca con le carte del tempo presente per vincere una partita che sta sempre nel futuro. Giocare le carte del presente significa verificare quel che cd’è e vince chi immagina il futuro azzeccandoci. Come sarà la Latina del 2050? Come vivranno i suoi abitanti? Come si muoveranno? Come faranno l’amore?

Oggi su queste colonne c’è un articolo bellissimo di Emilio Andeoli su “dove” hanno imparato a fare l’amore quasi tutti gli abitanti di Latina, il tratto di strada tra Capo Portiere e Rio Martino. Questo è ieri, oggi? Domani?

Il motore del 2000 sarà bello e lucente
Sarà veloce e silenzioso, sarà un motore delicato
Avrà lo scarico calibrato e un odore che non inquina
Lo potrà respirare un bambino o una bambina.

Cantava così Lucio Dalla a metà del secolo scorso quando nessuno immaginava gli smartphone, il controllo satellitare, e le auto che si guidano da sole, che un chirurgo sta a Roma e opera un malato che sta a Kabul. Seguo, per lavoro, il dibattito politico locale e nessuno parla immaginando domani, ma tutti pensando che il presente sia per sempre.

Cosa metterei nella agenda della città? La banda larghissima, il wifi ovunque e gratis, farei parlare i muri con il telefono, farei una biblioteca virtuale dove sei in ogni parte del mondo, farei parlare le strade per farmi guidare e non per guidare per dove vorrei andare.

Mettiamo in agenda il futuro, non continuiamo a ripetere il passato, abbiamo fatto l’amore tra Capo Portiere e Rio Martino domani lo faremo sulla Luna? Ci siamo dato il primo bacio ai giardinetti, domani? Abbiamo accarezzato la prima gamba di ragazza al Giacomini, domani? Abbiamo imparato a camminare lungo il giro di Peppe, a correre sulla pista ciclabile tra Latina e il mare, domani?

Qualcuno negli anni del dopoguerra pensò che “domani” saremmo andato a teatro, che domani avremmo avuto bisogno di una pista per correre, di scuole grandi per tanti ragazzi che a scuola sarebbero diventati uomini. é nato il D’Annunzio, il campo Coni, i licei, le scuole tecniche, i professionali. Qualcuno penso che noi gente povera che imparava a nuotare nelle fosselle della bonifica avremmo avuto bisogno di una piscina, e c’è il palazzetto dello sport.

Ma ora, ora chi “immagina”? Mi dicono che bisogna volare alto, si ma per volare devi avere la fantasia di Icaro, e i suoi rischi.

Certo c’è bisogno di nuovi protomedici

 lo, Filemazio, protomedico, matematico. astronomo (forse saggio) ridotto come un cieco a brancicare attorno, non ho la conoscenza (od il coraggio) per fare questo oroscopo, per divinar responso e resto qui a aspettare che ritorni giorno. E devo dire (devo dire) che sono forse troppo vecchio per capire che ho perso la mia mente in chissà quale abuso od ozio o stan mutando gli astri nelle notti d’equinozio o forse io (forse io) ho sottovalutato questo nuovo dio lo leggo in me e nei segni che qualcosa sta cambiando ma è un debole presagio che non dice come e quando.  (Francesco Guccini, Bisanzio)