Matteo Renzi, l’era dell’io e il noi socialista

Matteo Renzi, l’era dell’io e il noi socialista

17 Settembre 2019 1 Di Lidano Grassucci

Matteo Renzi va via dal Pd, le considerazioni malate di una antica fede fuori tempo, o no?

Conta l’io o il noi?

Io, io che sono libero che voglio correre e “voi” andate piano.

Io, io che capisco e voi che non avete il senso delle cose.

Io, è la dimensione della politica del leader solo e gli altri che possono solo seguire e mai scartare di lato.

Tutti le ragioni a me, voi siete vecchi in arnese

Sono socialista e di divisioni per mille ragioni è piena la  mia storia. La storia del pensiero più libero e più litigioso al mondo ma questa divisione è la ragione delle nostre sconfitte. Ho fatto mio un monito di Sandro Pertini, socialista: “meglio avere torto nel partito che ragione fuori”. Tante volte non fu d’accordo, ma nessuna volta non fu con i compagni, con coloro con cui aveva diviso il pane del sole che sorgerà.

Il frazionismo è coltivazione di un io che ha paura della sua debolezza, la sconfitta nella propria parte è consapevolezza nella convinzione prossima.

A chi scinde in laboratorio, ma la politica non è un laboratorio, ricordo una frase di Pietro Nenni, socialista “Nulla si può sperare dall’alto, tutto dal basso”. La sinistra italiana è nata con il mutuo soccorso, ciascuno aiuta gli altri, non dall’altare all’uno.

Nelle pene e nell’insulto ci stringemmo in mutuo patto, la gran causa del riscatto niun di noi vorrà tradir.

Filippo Turati, socialista

Poi capisco i cattolici, loro arriveranno da soli davanti al loro Dio nella sua misericordia, noi, noi socialisti, abbiamo sognato di arrivare insieme davanti alla Storia per “spaventarla”

 

Nella foto il Psdi nato dalla scissione di Palazzo Barberini, ma il capo era Giuseppe Saragat