Latina, la guardia che ferma gli alpini e mi scuso per l’ ignoranza

Latina, la guardia che ferma gli alpini e mi scuso per l’ ignoranza

12 Ottobre 2019 0 Di Lidano Grassucci

Che bella festa, che splendida festa
Tutti fanno per noi (fanno per noi)!
Ma che giornata (ma che giornata) movimentata!
(Viva, viva, viva)
Passa la banda, chissà chi la manda

Cantava Raffaella Carrà un poco di anni fa, e forse è quello che ha chiesto il vigile di Latina che ha formato la banda degli alpini in Piazza del Popolo. Ma dove andavano quei signori con cappello a punta e pure la penna, e quelli dietro vecchi signori con scritto sezioni e nomi di posti che non stanno tra il Faiti e il Grappa. Ma dove vanno a mettersi nel traffico “caotico” di Latina, in quel centro storico dove c’è così tanta gente da non porter vedere niente. Poi, poi, ma chi li ha autorizzati sti alpini, chi li manda.

Già, chi li ha autorizzati?

Ve lo dico in numeri :ufficiali, sottufficiali e alpini morti 24.876, feriti 76.670, dispersi 18.305. Sono i morti delle truppe alpine nella prima guerra mondiale per fare l’Italia

Basta per passare?

A no?

Le perdite complessive del Corpo d’armata alpino (divisioni alpine Julia, Cuneense e Tridentina e Divisione fanteria Vicenza)  su una forza iniziale di circa 63 000 uomini si contarono 1 290 ufficiali e 39 720 soldati caduti o dispersi, 420 ufficiali e 9 910 soldati feriti, per un totale di 51 340 perdite, nella sacca del Don durante la campagna di Russia.

Basta per passare?

A no?

Passarono a piedi nella steppa di Russia e tornarono a casa decimati ma non sconfitti. A piedi

Basta per passare?

A no?

In una Isba nell’inverno russo gli alpini hanno fame, entrano e dentro trovano soldati russi che hanno fame. Sono nemici, si sono uccisi li fuori sono nemici li fuori. Ma la donna, la contadina dell’isba, li fa passare li accogli come aveva fatto con i suoi, i russi. Non si sparano, non si odiano, mangiano, non sono nemici ma uomini. Per per tempo del brodo saranno l’uno accanto all’altro. “Spasiba”, “spasiba” diranno prima di andare via, grazie. Erano uomini che incontravano uomini, erano ragazzi, erano contadini di montagne. E’ un ricordo di Rigon Stern, Sergente nella neve. 

Basta per passare?

A no?

Io mi sarei tolto il cappello, segnato la fronte a chi continua con la dignità che hanno le persone dei monti ad avere onore per questa mia Patria che è perduta se ha le strade chiuse alle bande, e sento il canto del Piave. Si ignora la storia, la sua durezza e questo spiega la tristezza di questo posto

Chi aveva autorizzato la banda a passare? La Storia, la Storia patria.

 

Nella foto la guardia che ferma il corteo degli alpini, ringrazio Marco Cusumano di Latina 24 ore per la foto