Latina, Mozart al Ponchielli grazie al Campus

Latina, Mozart al Ponchielli grazie al Campus

28 Ottobre 2019 0 Di Luca Cianfoni

Ieri domenica 27 ottobre, dopo l’apertura degli archivi di sabato mattina, si è concluso al teatro Ponchielli di Latina il weekend della Fondazione Campus Internazionale di Musica di Latina, con un concerto di Mozart della Roma Tre Orchestra.

Il programma del concerto di Mozart a Latina

Il teatro Ponchielli è una piccola perla nascosta a Latina, situato in una piccola strada, rimane un po’ nascosto come se se fosse timido e avesse vergogna a far vedere la propria bellezza. Superate le porte infatti si può godere di una sala piccolina, certo, ma più che degna di ospitare eventi di qualsiasi tipo. Il programma della serata è tutto mozartiano e il direttore d’orchestra, il maestro Filippo Manci ci tiene a dire qualcosa prima di lasciare la parola alle note del genio di Salisburgo.

Mozart quando compone la Sinfonia n. 29 in La maggiore ha circa 18 anni. Quest’opera ha influenze operistiche relative alla musica napoletana, di cui Mozart era innamorato. I violini in principio sono in primo piano, con una sorta di corale di sottofondo, poi si rincorrono tra di loro, come se fosse un dialogo d’opera. Il finale è pieno di profumi e colori e sembrerà camminare al fianco di Mozart in bicicletta sulle rive del Salzach, il fiume di Salisburgo.

La seconda opera in esecuzione, sempre composta da Mozart, è la Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in Mi bemolle maggiore K364, in cui saranno protagonisti due giovani solisti, Ivos Margoni al violino e Matteo Rocchi alla viola.

C’è un retroscena molto curioso sul rapporto tra Mozart e il violino. Il compositore di Salisburgo non amava per niente questo strumento e odiava essere alla corte salisburghese perché obbligato a suonare questo strumento Dopo questa sinfonia concertante Mozart non scrisse più niente per il violino.

E di questo purtroppo ce ne rammarichiamo perché la scrittura di quest’opera è accattivante, dolce e tragica allo stesso tempo.

L’interpretazione dell’orchestra e dei solisti

La Roma Tre Orchestra ieri sera ha avuto il compito difficile di misurarsi con la musica mozartiana e ha decisamente superato la prova. Il direttore d’orchestra è riuscito a curare nei minimi dettagli ogni dinamica delle opere eseguite creando così un gioco di pieni e di vuoti, che ha reso ancora più chiara e piacevole la musica di Mozart. Anche le pause all’interno dell’esecuzione sono state molto nette e pulite, dando molto risalto dunque agli attacchi d’insieme e dei solisti. Unica leggera pecca una piccola indecisione sul finale dell’allegro moderato. Il direttore Manci accompagna l’orchestra in ogni suo movimento, in ogni suo strumento. La sua direzione è energica e empatica, non lascia che nemmeno uno nota fuoriesca senza la carezza della sua bacchetta. Cosa dire invece di Ivos Margoni e Matteo Rocchi? Semplicemente fantastici. Entrambi dotati di grande personalità e potenzialità tengono il palco e soprattutto eseguono le note di Mozart con accuratezza e precisione maniacale. Poco importa dunque se il violista, probabilmente per l’emozione, commette una lieve imprecisione nell’andante, il risultato finale è strabiliante. All’interno delle loro dita c’è tecnica e interpretazione. A far rimanere a bocca aperta e con gli occhi fissi su di loro però è decisamente il bis con cui i due solisti hanno deliziato il pubblico del Ponchielli. La Passacaglia di Händel/Halvorsen, per viola e violino è praticamente perfetta. La viola di Rocchi e il violino di Margoni sembrano disegnare nell’aria del teatro, davanti agli spettatori, un bellissimo quadro romantico alla Turner, con pennellate veloci, improvvise e poi momenti di dolcezza. La loro esecuzione è strepitosa, un raro esempio di virtuosismo. Sarebbe bello rivederli quest’estate al Festival Pontino di Musica a Sermoneta.