Latina che sorprende, “angeli di lana” con i malati di cancro

Latina che sorprende, “angeli di lana” con i malati di cancro

6 Novembre 2019 0 Di Lidano Grassucci

Entro in un bar, imbrunisce con questa storia dell’ora solare la giornata si fa mesta presto. I bar di Latina, tranne in periferia sono veloci, ci si passa non si sta. Un poco mi manca il bar dove resti a confessare. Il bar è quello vicino all’ospedale “caffè per caso“, fa angolo ad una strada veloce, è grande, difficile riempirlo. Invece è pieno, ci sono una ventina di signore sul tavolo in fondo. Stanno con i ferri, parlano fitto, sorridono e sul tavolo la lana è di mille colori.

Penso sarà un corso di maglia. Questa città è così inumana che quando vedi umanità ti meravigli. La raccontano sui giornali come fosse Chicago, in tv pare San Paolo del Brasile in 16esimi, sui social come una banlieue parigina.

Invece? E’ proprio vero che la bellezza non la vediamo e quella umana ancor meno.

“Ma chi siete?” Sorridono, ma a tutte sorridono gli occhi. Si stanno divertendo, qui dove tutti sono seri, tutti presi dalla loro inutilità. “Siamo l’associazione Latinaknitcrochet”. Io che conosco solo David Crockett , non capisco mica, ma intuisco che non è cosa semplice.

“Siamo una associazione che facciamo lavori a maglia per i malati di cancro”, si presenta è Anna Bruno presidente dell’associazione. E cosa c’entra la maglia con i malati di cancro? “Guardi” e mi mostra una borsetta di maglia coloratissima dove mettere una sacca che i malati e le malate debbono indossare “così è più gradevole”.

le sacche e i contenitori

“Lavoriamo con il professor Fabio Ricci del Goretti, ci vediamo qui periodicamente e facciamo quello che possiamo” aggiunge Nicoletta Avvisati, la vicepresidente. Si “assera” di più, ma qui mica pare una sera d’autunno, anzi, sono vive, controllano i colori. Spianano i sacchetti sul tavolo, sopra un panno per non sporcarlo e “ammirano” inclinando la testa il lavoro fatto.

“ma quante ne avete fatte?”. “ora, più di 40, ma mica facciamo sempre questo, vediamo a seconda delle esigenze”.

Dio mio che bella città, fatta di gente normale. Mi salutano, debbono andare. Fuori guardo l’ospedale dalla parte del Padiglione Giorgio Porfiri, una donazione anche quello esattamente come le sacche di lana, solo più grande come dice la pubblicità della Star. La chiamano città solidale… c’è del bello a Latina.