Violenza alle donne, l’amore di amare non ha dolore

Violenza alle donne, l’amore di amare non ha dolore

24 Novembre 2019 0 Di Lidano Grassucci

Ora mi ricordo, sono nato da donna come ogni vita. La mia si chiamava madre, pardon ogni donna è madre per ogni figlio. Si chiamava madre come dicono sia il nome della terra fertile.

Mani di donna mi hanno levato in fretta dal dolore che nasceva con me, stesso istante. Ho urlato per respirare tra mani di donna, sono stato preso da donne antiche di secoli senza macchine e istruito, costruito come si fa lievitare il pane. Una croce per indicare che era mio il destino lievitato.

Poi la corsa a perdifiato per diventare grande. Dio fossi andato più piano ora sarebbe più facile. Lei mi accolse generosa per dirmi che c’era anche un altro mondo di amare, e farlo non era cancellare il resto del mondo fino a quel posto. Mi accorsi che le streghe non erano poi così cattive, ma miele e cose ardite che quei vecchi senza sorriso avevano fatto di amore bestemmia e della libertà banale punizione. Stavo con le streghe e i loro gatti.

Poi mille e mille mani da stringere, nomi da ricordare, corse a salvare il respiro. Tanta paura, che è donna pure lei. Poi ho pianto senza farmi vedere, riso facendolo al cielo, e mani mi hanno accompagnato che mi ero perduto. La pazienza, la santa pazienza che teneva il filo a filo.

Dicono che c’è un giorno per dire che non bisogna far male alle donne, che non bisogna pensare alle esclusive dell’amare. Sento le carezze, una per una, in mille lingue dell’amore ciascuna diversa. Suoni che suonano, canzoni ascoltate. Sogni sognati, e corse a perdere fiato.

Non capisco l’uomo che ferisce la madre, non capisco l’uomo che colpisce l’amore pensando di amare. Non capisco come rispondere grido alla poesia, non capisco i giorni in cui c’è un uomo che odia il suo natale, che uccide la creatura che crea, la forza di domani. Non capisco la lama sulla carne, era lama per il pane, si fa cattiva di sangue.

Ho gli occhi davanti, ne riconosco uno per uno, nessuno mai dimenticato. Occhi di donne dal primo giorno, poi l’ultimo faro di conto con lei che sarà grembo dell’addio a confortare il tempo stanco.

“Va agli munno rispettato, e non fa quello che non te so m’parato”

L’amore all’amore, il resto è niente.