Ninfa, i cittadini restaurano gli edifici e la storia del Giardino

Ninfa, i cittadini restaurano gli edifici e la storia del Giardino

15 Dicembre 2019 0 Di Luca Cianfoni

Grazie ai fondi dell’8 per mille del 2016 la Fondazione Roffredo Caetani ha potuto avviare alcuni lavori di restauro di alcuni degli edifici più belli e significativi dell’intero Giardino di Ninfa.

Il segno e la cura del tempo sul Giardino di Ninfa

Anni, decenni, secoli. Uomini e belve sono passati nei luoghi selvatici e paludosi che prima erano il Giardino di Ninfa. Impronte di donne, di uomini, di briganti, di Papi, di laici e religiosi, di mercanti e di liberi cittadini. Centinaia di anni e un infinito numero di persone hanno calpestato la terra che costeggia il fiume Ninfa. Le stagioni del tempo hanno fatto sì che essa venisse abbandonata, che gli alberi, l’erba e i rovi la inghiottissero, la nascondessero agli occhi più superficiali degli umani. Ma lei, Ninfa, sotto tutta quell’erba si era solamente nascosta,si era fatta avvolgere per essere preservata, non per scomparire. Agli inizi del ‘900 una vecchia famiglia aristocratica romana torna cosciente del tesoro che per secoli e secoli il tempo e la natura avevano custodito per lei e fonda un luogo, dove far convivere le due anime di quella terra: la natura e l’uomo. Così gli edifici costruiti dall’uomo tornano ad essere visibili a tutti, ma nel rispetto degli alberi che li hanno custoditi e anzi, per rendere grazie a quella natura di alberi e piante provenienti da tutto il mondo continueranno ad essere piantate. Ma il tempo si sa, corrode l’uomo e le sue costruzioni e per mantenere tutto ciò che la natura ha costruito c’è bisogno di mantenere, di restaurare, di prendere per mano l’azione che fino a al secolo scorso aveva compiuto la natura.

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L’antica dogana oggetto del restauro del Giardino di Ninfa

L’importanza del restauro degli edifici del Giardino di Ninfa

Così nel Giardino di Ninfa si torna a restaurare e lo si fa grazie al contributo che i cittadini che conoscono questo angolo di paradiso, hanno versato grazie all’8 per mille nel 2016. Circa 338mila euro per poter mantenere una bellezza unica e per restaurare la copertura dell’antico palazzo comunale della città di Ninfa, il retro dell’abside della chiesa di Santa Maria Maggiore, l’antica dogana in prossimità del Ponte del Macello e la casa a schiera vicino quest’ultima chiesa, tutti edifici risalenti al XII e XIII secolo. Viene proseguita così la vocazione storica di quella antica nobile famiglia romana dei Caetani, che riscoprirono e restaurarono per la prima volta il Giardino di Ninfa agli inizi del ‘900.  L’antica dogana non solo per il loro valore storico e culturale ma anche per l’importanza letteraria, può dirsi l’intervento simbolico e più importante. Lo splendido affaccio di questo edificio sul fiume Ninfa e sul Ponte del Macello è diventato soprattutto nel ‘900, luogo simbolo per gli intellettuali e gli scrittori che nel secolo scorso facevano visita alla famiglia Caetani. Tra questi spicca il nome di Giorgio Bassani che amava fermarsi proprio in quel luogo per trarre ispirazione per i suoi scritti che al tempo venivano pubblicati sulla rivista Botteghe Oscure di cui Marguerite Chapin Caetani era editore e per alcune pagine del celeberrimo “Giardino dei Finzi Contini”.

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Chiesa di Santa Maria Maggiore oggetto del restauro del Giardino di Ninfa

Il progetto di restauro

Il progetto di restauro conservativo, vede impegnato un team di esperti tra cui spicca, tra i consulenti scientifici, l’architetto e professoressa Daniela Esposito, direttore della Scuola di specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio di Roma e i docenti del dipartimento di Storia, disegno e restauro dell’architettura dell’Università La Sapienza di Roma, facoltà di Architettura di Valle Giulia: A.Viscogliosi, G.Tarasco, L.Pennacchia, M.G.Putzu. La progettazione è stata affidata all’architetto Elisabetta Ricci e tra i tecnici figurano l’architetto Armandina Antobenedetto, l’architetto Pasquale Loffarelli e il geologo Massimo Amodio.

Dare notizia di questo ennesimo progetto di restauro conservativo che riguarda importantissime aree del Giardino di Ninfa è per noi motivo di orgoglio soprattutto perché a finanziarlo sono gli stessi cittadini con i fondi messi a disposizione dall’8 per mille. I finanziamenti ottenuti grazie ai contributi delle persone che da sempre conoscono l’impegno della Fondazione Roffredo Caetani per il mantenimento di questi beni così preziosi e fragili, sono ancora più importanti non solo per le finalità per i quali vengono utilizzati ma anche per il messaggio che attraverso questi investimenti riusciamo a dare alla collettività. Il Giardino di Ninfa, la città di Ninfa e le sue rovine sono un patrimonio di tutti, la conservazione e la sua tutela devono dunque essere un impegno comune. L’entusiasmo e l’incanto delle decine di migliaia di visitatori che ogni anno ammirano e si perdono nella bellezza del Giardino di Ninfa e del Castello Caetani di Sermoneta, rendono bene l’idea di quanto questi investimenti, questo lavoro, questo impegno, sia apprezzato in Italia, in Europa e, va detto, visto il numero sempre crescente di visitatori dagli altri Continenti, anche nel resto del mondo.