Alba Pontina, dei delitti e delle pene

Alba Pontina, dei delitti e delle pene

8 Gennaio 2020 0 Di Lidano Grassucci

Ascolto sempre le accuse, con attenzione, ma attendo sempre le difese con altrettanta passione. Sono garantista sempre, a maggior ragione con quelli che non stanno dalla mia parte.

Indro Montanelli fu ferito alle gambe nel 1977 da due brigatisti rossi, dopo anni li incontrò e chiese loro “ora che sono passati tanti anni potete dire chi vi ha mandato”.

Gli risposero: “noi, abbiamo fatto tutto noi”. Il grande giornalista commentò: “mi tolgo il cappello davanti a questa affermazione che è rara in Italia dove la responsabilità è sempre di altri e dove si parla per avere scontati.

Non so se Matteo Adinolfi, Nicola Calandrini, Gina Cetrone, Rampelli o Cusani e altri abbiano fatto quel che dice il pentito in aula di tribunale, avranno modo di dire la loro e l’accusa di portare riscontri, ma ricordo il clima di questa città in delirio per il Latina calcio che “rischiava” la serie A, che se non andavi allo stadio eri sfigato, dove il calcio era diventato religione, certo effimera come la vita di una farfalla. Ma ora alieniamo le colpe con il Latina che gioca con la serie che non so. Ciascuno risponde di ciò che fa, nessuno escluso, ma una riflessione collettiva su quegli anni andrebbe fatta. La Juve aveva dietro la Fiat, l’Inter la Moratti, il Milan Berlusconi, il Napoli De Laurentis, il Chievo Paluani, Frosinone Stirpe, di tutti c’è una azienda industriale a Latina un commercialista. Nulla di male, ma la differenza è evidente, comunque nessuno si è interrogato, non abbiamo discusso mai del nostro modello sociale. Sarebbe utile, mentre la vicenda giudiziaria fa il corso che deve e che può.

Naturalmente i miei sono ragionamenti di un uomo che non si innamora delle pene, che trova penosi i delitti, ma ama la città e cerca di capire per evitare domani. Altrimenti siamo in attesa della prossima scusa.