Giancarlo Piattella, l’uomo che si ribellò con la barba

Giancarlo Piattella, l’uomo che si ribellò con la barba

17 Febbraio 2020 0 Di Lidano Grassucci

Vi immaginate un liberale in una città di codini, mezzipreti e nostalgici. Vi immaginate uno che voleva le cose, non le rimandava al paradiso. Uno che per protesta si fece crescere la barba e viveva in una tenda in piazza per “chiedere” che il Santa Maria Goretti fosse luogo di cura, non luogo di pietà chiedendo macchine nuove. La barba che, guardate, non è protesta banale: si chiamano barba i saggi valdesi che vanno a portare l’eresia di Valdo dalle loro montagne al mondo, la barba è saggezza e una protesta per barba è riconoscere il bisogno di saggezza.

Liberale che già è difficile in una Italia che manco ha capito il suo Risorgimento, immaginate in una città che neanche lo ha fatto.

Giancarlo Piattella, avvocato, imprenditore, mai nel coro ma dentro l’idea che il bene dell’impresa è il bene della città è morto ieri

«Non è dalla  benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci  aspettiamo il nostro desinare, ma dalla considerazione del loro personale  interesse. Non ci rivolgiamo alla loro umanità ma al loro egoismo (self-love), e  parliamo dei loro vantaggi, e mai delle loro necessità.  Ciascun  individuo impiegando il proprio capitale in modo da dare il massimo valore al  suo prodotto «mira soltanto al proprio guadagno» ed «è condotto da una mano  invisibile a promuovere un fine che non entrava nelle sue intenzioni». Sono parole di Adam Smith, la capacità di ciascuno diventa ricchezza di tutti. In questo credeva Giancarlo Piattella, che ieri a 86 anni è “andato via”. Lucido fino all’ultimo, battagliere, che la sua vita equivale alle sue battaglie. Ha pensato una città, Latina, non come “campagna interrotta” ma come rete di servizi, come luogo di funzioni. Con suo tornaconto? E certo, mica era ipocrita, mica vedeva nel successo il pezzato, nella ricchezza il male. Latina Fiori, il grattacielo Torre Pontina, interi quartieri sono figli del suo intraprendere, in una comunità dove la presa è collettiva, l’intrapresa è considerata il male.

Mi telefonava con regolarità, ancora per sostenere le sue ragioni su Globo, quell’intervento alle porte della città che è figlio di grandi assurdità, l’hanno bloccato perché era terreno agricolo e non si poteva vendere. Lì da memoria umana, la mia compresa (ed ho quasi 60 anni), non ho mai visto piantare lì manco un fiore o un carciofo, o una fava ma vedere materassi e divani sì. Ci si è “ammalato” per l’evidente assurdità della questione, per le assurde complicazioni di cose che basterebbe il buon senso…

Lo saluto per le conversazioni che i ha donato, per aver testimoniato un altro punto di vista. Per quella bellezza che hanno i liberali che quando sono “integrali” si avvicinano alla santa anarchia, contro le regole imbecilli per le ragioni intelligenti. Il liberale rispetta rigorosamente le regole, poche e comprensibili, e risponde alla coscienza morale in sé. Saluto un pezzo della storia laica di Latina per quanto, a Latina piccina, e, se andate in ospedale e vi curano e non solo assistono lo dovete, anche, ad un uomo che si ribellò con una barba.