Latina, svuota tutto e diventa un gigantesco bar senza avventori

Latina, svuota tutto e diventa un gigantesco bar senza avventori

18 Febbraio 2020 0 Di Lidano Grassucci

Da dove cominci? Quando un’attività commerciale chiude spunta il cartello “svuota tutto”. “Fuori tutto” . E la città,

intendo, è un pianto di negozi che chiudono, il centro  è diventato come era il centro storico di Sezze dove c’erano più chiese che case, più sacresti, preti e seminaristi che cristiani.

Qui sono più bar, food vari, preparatori di pranzi che pranzanti o cenanti. Insomma qui si vive per mangiare e bere, il resto non è dato sapere. Il centro storico di Latina sta diventando come quello di Roma, ma senza turisti. Tra Piazza del Popolo, Corso della Repubblica, Via Umberto ci sono quasi 20 tra bar, self service, luoghi dove mangiare e non ci sono altrettante famiglie residenti nella medesima area.

Come dire qui sono tutti nervosi di caffè, innamorati dei toast, e esagerano con le aranciatine.

Non so se la cosa interesserà l’assessore nuovo al commercio Simona Lepori, ma non si capiscono le ragioni di tutta questa voglia di cibo, di bevande, di cioccolate calde o di gelati.

Certo conta il mercato, ma perché in Comune nessuno se ne è mai occupato? Non per dirigere, non siamo ai pianti quinquennali, ma alla necessità di  comprendere si. Governare è immaginare domani capendo oggi, sapendo di ieri: ma quando non ci saranno più negozi, come non ci sono più residenti, non ci sono più impiegati, non ci sono più studenti, non ci sono più passeggianti, e non ci sono manco gli umarell per mancanza di cantieri, cosa ci facciamo con tutti sti caffè.

Non conosco l’assessore al commercio,  le auguro le migliori fortune, ma se qualcuno le ha detto che era una passeggiata ha dimenticato di farsi prima una passeggiata in centro, o di passare ai bar.

A Latina centro il cognome più diffuso è Gaggia e gli esseri più numerosi sono le caffettiere.