Covid 19/ I giardinetti chiusi, Latina trattiene il respiro

Covid 19/ I giardinetti chiusi, Latina trattiene il respiro

22 Marzo 2020 0 Di Lidano Grassucci

Non mi era mai capitato, e mai mi capiterà: i giardinetti di Latina chiusi. Un nastro a bande rosse e bianche e un foglio bianco del Comune che dice “non si passa”, non si può entrare. Vi assicuro che è un colpo, un colpo tremendo. Abbiamo dovuto chiudere il posto dove abbiamo scoperto i baci, la vicinanza del “respiro” di ogni protoamore. E’ chiuso il posto in cui consumavamo il tempo rubato alla scuola, dove provavamo a capire che senso aveva la libertà. Qui abbiamo disperso le paure degli esami, siamo passati la mattina nel terrore, siamo tornati diversi e forse “maturi”. Sono chiusi, quei cancelli dalla ruggine bloccati perché mai chiusi, ora sono negati. E’ il segno di un dramma. I giardinetti sono sempre stati il polmone di questa città, dentro la città, ed ora li chiudiamo per salvare i polmoni umani. Il nemico ha colpito il respiro.

 

 

 

Mi sono fermato, in genere qui ci sono donne, uomini, cani che stanno nei viali e pareva ridessero tutti, ogni tanto i richiami agli animali che qui si sentono non figli di uomini ma cugini dei lupi, per un poco. Poi l’erba che cresce a primavera e noi che inveiamo contro il comune che non la taglia, ma ora è rimasta l’erba e noi, noi umani non ci siamo più. E’ la fotografia di questo tempo che ci costringe a chiudere i giardini, a restare nelle nostre tane, animali noi impauriti. Ora capisco che senso ha una piazza, un giardino, e quella piazza, quel giardino. C’è scritto: non passare, e non passerò, ma mi dispiace.

“Immagina questo coperto di grano,
immagina i frutti e immagina i fiori
e pensa alle voci e pensa ai colori
e in questa pianura, fin dove si perde,
crescevano gli alberi e tutto era verde,
cadeva la pioggia, segnavano i soli
il ritmo dell’ uomo e delle stagioni…”
Il vecchio e il bambino, Francesco Guccini