Setia e i quadri della Storia

Setia e i quadri della Storia

18 Aprile 2020 0 Di Rinaldo Ceccano

 

Alla cantina di Benedetto II, ex Pio IX, avevo degustato una bazzoffia squisita, da mille e una notte. Ma avevo esagerato con il Cecubo e nel sonno mi apparse Setia  e i quadri della storia precedente. Le prove della Sacra Rappresentazione, il Riparo Roberto e l’annesso parco Preistorico, “Ioso” e lo stridere della scala mobile sovietica, San Lidano e il Parroco illuminato che mi sembrava quasi di conoscere.

 

Setia e i quadri della Storia della Fondazione “Pitti”

La mattina raccolsi gli strumenti di lavoro e mi recai alla Fondazione Socio Sanitaria “Pitti”, un antico edificio ristrutturato alla metà del secolo scorso nel pieno centro antico della città. Durante la Settimana Santa si teneva l’annuale convegno su “Sezze, la città mondiale dell’Accoglienza”, in cui sono coinvolte tutte le istituzioni del settore, dall’Unicef alla Fao, da Human Foundation all’International Tamantini nata in loco e diventata una eccellenza riconosciuta universalmente grazie all’abnegazione delle operatrici.

La Fondazione Socio Sanitaria raccoglie tutte le strutture residenziali del territorio. E’ stata costituita alla fine degli anni 20 del secolo passato. Setia, l’antica Sezze, ha sempre avuto una propensione per l’accoglienza e l’ospitalità. Durante la “Peste di Wuhan”, nell’intera penisola, gli anziani ospitati nelle case di riposo furono falcidiati dal terribile virus. Generazioni intere vennero portate via cancellando interi pezzi della nostra memoria.

Setia fu una delle rare isole felici. Le innumerevoli strutture, che rappresentavano già una importante ossatura economica  della città, con gestioni oculate e di buon senso, avevano garantito standard di efficienza eccezionali. La solidarietà scattata durante la Pandemia rappresentò il prodromo sul quale degli imprenditori avveduti innestarono il percorso di unitarietà.

In modo processuale si stabilirono protocolli socio sanitari comuni, si concordarono servizi uniformi catalogati per fasce diverse, si investi nella formazione e nella valorizzazione del personale, si centralizzarono le attività comuni. La qualità dell’offerta migliorò costantemente pur riuscendo a mantenere rette sostenibili.

 

Setia e i quadri della storia dell’Accoglienza: una Complessità di Armonie e Rispetto

Trovavo tutto perfetto, una organizzazione puntuale che funzionava meravigliosamente. Solo il nome mi appariva stonato, freddo, per niente empatico. Coincisa la risposta del mio vicino di banco.

E’ un dazio che paghiamo per un vezzo dei nostri avi che intitolavano strade, piazze, vicoli a chiunque venisse proposto da qualche potentuccio dell’epoca. Questa portentosa struttura si doveva intitolare a “Sandro, ì mmedico deglio spedale”, morto un decennio prima che venisse costituita. Ma i pionieri, proprio per segnare una cesura, preferirono evitare. In quel momento interessava la sostanza, far tesoro degli insegnamenti di questo grande medico, non inseguire l’effimero di una targa.

La mattinata passò velocemente. Vuoi per la qualità degli interventi. Vuoi per la bellezza degli interni ristrutturati con gusto e competenza dai mastri locali formatisi alla scuola dei maestri marmorari. Eppure mi sembrava pochissimo che fossi uscito dalla Pensione Gianna.

 

Setia e i suoi quadri

 

Alle tredici in punto fui sorpreso da un battimano ritmato, un applauso che era partito dalla vicina piazza dei Leoni ma che si udiva allargarsi a cerchi concentrici a tutta la città, fino a Porta di Piano, a Porta Pascibella, fin giù alle Ville Romane in prossimità del Ponte di Collemeso e fin su vicino ai resti di Trevi nell’omonima Borgata.

Setia “Capitale della Longevità per l’anno duemilacentoventuno”

Solo dopo capii che tutti erano stati raggiunti dalla notifica degli atti finali del Convegno che indicava Setia “Capitale della Longevità per l’anno 2121”. La notizia era arrivata in diretta dentro ogni abitazione, su tutti i display sparsi per la città e sui mezzi, sugli smartphone. I Setini erano veramente orgogliosi di questo ennesimo riconoscimento internazionale che premiava il sistema Paese nel suo complesso.

“Setia è la dimostrazione empirica di come la longevità della popolazione si fondi sulla cura dell’alimentazione, sul rispetto dell’ecosistema in cui si vive, sul permanere del dinamismo intellettuale, sul corretto uso delle tecnologie socio medicali. Il record di longevità raggiunto dagli indigeni e dagli ospiti ne è la prova”.

Lette le motivazioni di quell’applauso compresi il suo propagarsi. Restai ugualmente colpito dall’unanimità del gesto che evidenziava fragorosamente, con un semplice battimano, la comunanza di una collettività che marciava insieme nella stessa direzione.

 

 Setia e i quadri della Storia passata

A pranzo mi fermai alla Vecchia Osteria di “Zi Fabio”. Ero ospite di un carissimo amico che aveva deciso anni prima di trasferirsi a Setia, godersi il lento scorrere delle giornate piene di attrazioni non invasive e lavorare in smart working. Mentre iniziai a degustare un buonissimo “Calascione”, si avvicinò la locandiera. Seppi dopo che aveva festeggiato il secolo di vita.

“La conosce la leggenda di Setia”? – Mi chiese improvvisamente mentre mi portava due carciofi arrosto. Credendo che si riferisse alla lontana storia della fondazione della città, annuii, ma lei mi precedette: “Si dice che Setia fosse abbastanza agiata dopo la seconda guerra mondiale. Si racconta che i Setini lavorando i campi e commercializzando i frutti della loro fatica stessero economicamente bene. Non che tutto splendesse di oro e di argento, ma nelle case di ognuno c’era il necessario e il superfluo. Setia era considerata la culla della cultura e ciò ne faceva un punto di riferimento. La Conca di Suso era ambita dagli stranieri che vi soggiornavano per tutti i mesi estivi. I figli dei contadini avevano studiato e costituivano la preminenza della classe dirigente dell’intera provincia. E non solo”.

Quindi la modernità e la prosperità della Setia odierna affondano le radici nel passato, riuscii a osservare. Ma la signora a dispetto dell’età mostrava una forza leonina. E riprese con lo stesso vigore.

“Forse del trapassato. Poi venne la crisi a causa di amministratori privati, pubblici, non ricordo bene….insomma erano talmente abituati a non confrontarsi con il resto del mondo, a ergersi a Capitale dei Lepini senza che gli altri li riconoscessero come tali, così ottusi da chiudersi alla contaminazione della Pianura per timore di perdere il potere spicciolo, così retrogradi da vedere nelle conoscenze e nelle affiliazioni l’unico vero sistema di società ben organizzata che in pochi anni ridussero l’oro in fango e l’argento in cenere. La nostra classe dirigente da autorevole e preminente divenne subordinata e ultima”.

Le Olimpiadi,  Littolwater, la Rsa in pellegrinaggio …

A cavallo dei due secoli si toccò il fondo. Vennero sprecati decine e decine di milioni in opere mai iniziate o non concluse.  Pensa, ad un certo punto sembrava che l’antica Sezze doveva candidarsi per ospitare le Olimpiadi.

Dai, mi sembra una esagerazione. Aspetta ti faccio leggere Setia e i quadri della Storia attraverso gli articoli dell’epoca, mi rispose risoluta. E si presentò con una serie di quadretti che erano dei veri cimeli. Uno incorniciava un antico articolo di centodieci anni prima. Un pezzo d’antiquariato unico e al contempo un pezzo di storia della carta stampata. L’articolista dell’epoca, con tanto di disegno progettuale, citava la realizzazione di un mega Centro Sportivo allo Scalo, di fianco al parcheggio delle Ferrovie. Si prevedeva la costruzione della piscina olimpica, dei campi di basket, volley e tennis. Annessa era prevista la ristrutturazione del campo di basket ai Cappuccini, la realizzazione della pista ciclabile a Suso, la ristrutturazione dello Stadio Le Fontane.

Sono perplesso ma divento sbigottito quando mi presenta altri cimeli di natura simile. Una pubblicazione raccontava dell’esaltazione per aver “cacciato” la concessionaria del servizio idrico integrato che 20 anni prima gli stessi amministratori avevano presentato come la panacea di tutti i mali. Senonchè si era caduti dalla padella alla brace perché era arrivata Littolwater che anzichè erogare acqua drenava denari. Un articolo raccontava il pellegrinaggio di una fantomatica Residenza Sanitaria Pubblica che negli anni era transitata per Castelletto, all’ex Asl dei Cappuccini, alla Colonia Agricola Pontina fino alla Madonna della Pace, per tornare all’ospedale, ma non aveva mai visto la luce.

 

… l’Università, il Viadotto in Pianura, il Tunnel in Semprevisa, il Servizio Bus

Un quadretto raccontava del progetto di realizzare l’Università al Monastero delle Clarisse. Un altro di come erano stati capaci di costruire una strada con ponti e viadotti come se dovessero attraversare la valle di Sant’Angelo, invece dovevano attraversare  solo una pianura che più pianura non si può, fino a passare dentro le falde di acqua dolce più importanti  della provincia. Ero abbastanza estraniato, ma un articolo datato 19 maggio 1999 avrebbe ucciso anche un Elefante: raccontava che nei giorni precedenti avevano presentato il Traforo della Semprevisa per collegare Sezze con Carpineto! (Per davvero eh! Altro che la mia fiaba).Lessi soltanto una ultima notizia riguardante il rischio di azzerare l’azienda dei trasporti che rappresentava un pezzo pulsante della città. Non volevo sporcarmi l’immagine di beltà che mi ero fatto di quella meravigliosa cittadina.

I setini si ritrovarono improvvisamente poveri e senza avere le conoscenze per competere economicamente e socialmente in un mondo globalizzato. La città cadde nel periodo più nero che la sua storia ricordi. L’unica ambizione rimasta ai nostri avi era di emigrare, di inseguire il servizio civile o di cercare di indossare il giubbetto arancione.

 

Il Covid 19 nel Dna e  i guardiani del potere

Intervenne in modo dirompente un avventore che stava degustando una sontuosa “appracacornuti”.

L’antica Sezze ì covid19 ì teneva nel dna. I muro di Berlino era caduto, i Grottino non ci steva più, … ma assistenzialismo, privilegi, invidia, presunzione e disuguaglianze sociali continuavano a crescere. L’ascensore sociale non cagnava mai, chi più aveva più voleva, chi non aveva teneva da pete e umiliarsi. E mica era solo la classe politica sà? Era proprio una crisi organica. Era una crisi di classe dirigente. Il quarto, il quinto potere, … inesistenti. Cecchini del dissenso. E ancora oggi, si dice, che l’anima di quegli amministratori imprudenti e dei guardiani del potere si aggiri per i vicoli medievali in cerca di riscatto”.

Un manipolo di visionari e l’economia circolare, digitale, identitaria, sociale

“Leggende” – le risposi io –  “Setia è quella che vede: bella, viva, attiva, moderna e accogliente”. “Setia e i quadri della storia sono disegnati di bellezza, cultura, identità, longevità”. D’impeto mi rispose la locandiera.

“Adesso si. Dobbiamo ringraziare un manipolo di coraggiosi visionari che negli anni 40 del secolo scorso hanno dirottato questa comunità verso l’economia digitale, abbracciato la sostenibilità ambientale, valorizzata la naturale propensione per l’accoglienza, insistito sull’identità culturale, delineando le coordinate dello sviluppo odierno di Setia”. Adesso io sono appagata e soddisfatta della mia città, ma non posso dimenticare le sofferenze patite da bambina e quelle dei miei genitori, costretti a subire, a elemosinare un lavoretto, che a volte non riuscivano a racimolare neanche i denari per le tasse. Non posso dimenticare le pene dei miei zii, osteggiati, denigrati, bersagliati, solo perchè avevano idee diverse dallo status quo”.

Col mio amico salutammo e ci avviammo. La maschera di lieve tristezza mi abbandonò immediatamente quando giungemmo alle Clarisse. Un pullulare di vita, di emozioni, di tensioni. La Fabbrica della Sacra Rappresentazione della Passione era in piena attività.

Costumisti, scenografi, attori, attrezzisti, macchinisti, tecnici delle luci e del suono, elettricisti, videomaker, era tutto un fermento. Su ogni volto si leggeva la tensione e l’orgoglio di far parte della storia. In ogni gesto era sedimentato l’ancestrale amore per la comunità. Dal 1930 …

Precedenti

Setia, l’Antica Sezze e la Sacra rappresentazione nel duemilacentoventi

L’Antica Sezze e le origini di Setia