Sezze/Eramo libera San Lidano il belvedere e… Di Raimo

Sezze/Eramo libera San Lidano il belvedere e… Di Raimo

29 Maggio 2020 0 Di Lidano Grassucci

In questo articolo denuncio una serie di conflitti di interesse, lo faccio così chi legge sarà libero di capire togliendo i pesi che confligere comporta. Il primo è evidente, mi chiamo Lidano e la statua è a San Lidano. Poi? Sono amico di Enzo Eramo da quando sto a questo mondo e durerà ancora in questo mondo.

Sono anche anticlericale e le statue non mi piacciono, ma non tutte ma quelle dei santi in particolare per via del rischio di idolatria.

Sono per la democrazia della rappresentanza e considero le assemblee elettive sacre e sovrane.

Quindi per me la statua, poi regalata, non  l’avrei messa affatto, ma c’è questo maledetto nome e quella educazione che mi trovo a pregare anche quando ci sarebbe da bestemmiare.

L’intervento di Enzo Eramo ribadisce l’autorità del Consiglio Comunale, lo rimette al centro della decisione e questo vale per il buco nero più grave di questa vicenda: arrendersi ad una razza padrone, che qui non c’è mai stata. Decide il Consiglio ed è sovrano. Non è questione di procedure permessi, estetica, ma di sovranità. Decide in autonomia e nessuno sarà benedetto e nessun altro maledetto. Il donante deve guardare negli occhi la città cui ha donato e questa non abbassa gli occhi.

L’intervento del presidente del Consiglio libera il sindaco, Sergio Di Raimo, da un imbarazzo evidente: se il consiglio votava la statua, il sindaco di fatto era il prete donante; se non la votava il sindaco non aveva la forza per dare corso alle decisioni. Un cul de sac che ora non c’è per la rivendicazione sovrana della rappresentanza che laicizza il sindaco, laicizza il dono. Si passa dal miracolo alla ragione, dalla genuflessione alla schiena diritta. De Gasperi fu ripreso dal Papa per una sua posizione politica e lui commentò: “come cattolico sono mortificato, come capo del governo italiano rifarei ciò che ho fatto”, mai consegnarsi ai preti.

Serviva, oggi, una affermazione di autonomia della sfera della rappresentanza a donatori invadenti e donazioni con troppi oneri.

Deciderà il Consiglio comunale che non ratificherà ma prenderà in carico il dono e deciderà dove sarà nel bene e nella bellezza della città.

I francesi alle porte hanno minacciato di suonare le loro trombe davanti alla libera Firenze che ha risposto suonando le campane. Sezze sarà sovrana e il suo popolo non ha sopra ne re, ne preti. E, se arriverai dai vicoli stretti, dalle strade con le scale, volti angoli ed ecco la botta che puoi guardare il piano fino al mare e le isole e fin dove vuoi guardare.

MORALE DELLA STORIA:

W san Lidano , questo lo dovevo a nonna mia che questa storia mia contro i preti non l’ha mai digerita;

I preti non faranno più regali.

 

LA NOTA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

Vorrei sgomberare subito il campo dagli equivoci. Non ho nulla in contrario nel collocare una statua in ricordo di San Lidano. Il patrono è “cosa” di tutta la città.

Da guida della assemblea consiliare dove è rappresentata, non una maggioranza o una minoranza, ma l’intero sentire della città ritengo opportuno intervenire sul metodo di una scelta e sul suo significato politico.
Ancor di più quando parliamo di un luogo identitario della città.
In questi confronti non vanno perseguite maggioranze ma condivisione collettiva, in una città che è di tutti .La città non è rossa o nera, di cattolici o di anticlericali, neanche della somma di queste parti.
Noi siamo chiamati a custodire i luoghi e a farli evolvere certo, ma in questo caso solo con la condivisione di tutti.
Non c’è una questione “se passa o non passa in consiglio”, se è scelta divisiva, non è la scelta giusta per me.

Dal punto di vista politico questo confronto ha un grande valore; ma è un confronto che, proprio per la sua natura, non può avvenire nell’ambito chiuso di una maggioranza consiliare né tantomeno può essere termometro di equilibri interni.

Non c’è nel programma del Sindaco,
è tema di coscienza di ciascuno.
Non è una prova di sostegno ad un percorso politico.
Lo dico da persona che, insieme ad altri,è sempre stata leale con la maggioranza approvando negli anni tutti gli atti compresi quelli in cui delle volte si è stati minoranza nella…maggioranza.

Le statue uniscono.Non debbono dividere e ringrazio chi è generoso. Da uomo di sinistra ricordo che proposi insieme ad altri amministratori di intitolare il primo asilo nido pubblico della città ad un sacerdote, Don Milani.
Vengo al dunque .Il santo patrono è elemento distintivo di tutta la comunità e qui vengo ai toni: non mi sono piaciuti quelli usati in questo confronto, ma non posso accettare neanche di far passare un elemento identitario in un fatto di personalismo.

C’è un problema di sintesi politica e tutto non può essere ricondotto al con me o contro di me. Ci sono cose che non sono a favore o contro, ma sono questioni di coscienza, di senso della cosa pubblica. La statua deve essere se è condivisa, non può essere un colpo della maggioranza, il peso di una maggioranza politica. Stiamo parlando di un pezzo di patrimonio collettivo, è dovere conservarlo è in discussione non un fatto banale, ma la nostra radice che è cristiana ma anche laica, anche umana, anche di spazi urbani.
Discutiamo tutto, anche se collocarla, in altri posti o anche in altri luoghi della stessa S. Maria. Se l’obiettivo è posizionare la statua perché allora non valutare altre possibilità?

Enzo Eramo, presidente Consiglio Comunale di Sezze