Latina risorge in jazz, al circolo cittadino torna la musica. Pardon, la vita

Latina risorge in jazz, al circolo cittadino torna la musica. Pardon, la vita

19 Giugno 2020 0 Di Lidano Grassucci

Dio che silenzio, dio mio che strade vuote. Dio mio che omologazione. Dio mio siamo così tristi che anche i muri si fanno depressi. Invece? Lì dove i signori guardavano le passeggiate, li dove il tempo aveva semi di carte francesi, l’anarchia delle piacentine del Papa re, ecco che cambia tutto, tutto è cambiato.

Il 4 luglio è un giorno strano, un giorno in cui lontano certa gente al di là del mare decise di non pagare più per bere il suo te. Nacque una libertà che non c’era. E in questa serata, a luglio qui a Latina è bellissimo, torna la musica. Torna la libertà anarchica del jazz, la musica che non ti spieghi ma senti, la musica che accompagna gli ultimi viaggi per il divertimento di tutti gli altri prima. La musica che si improvvisa dentro le architetture fin troppo pensate, programmate, stereotipate.

Il circolo cittadino si anima, si prende lo spazio che ha il lievito per la birra, lo spazio di fermentare. Il suono sbatterà sui muri, tornerà a girare per dar da “mangiare” al pensare.

Alfredo De Santis ha il passo del tempo lento di un certo mondo british, dove l’eleganza non è urlo di abiti firmati, rumore di motori dai mille cilindri, ma l’eleganza di una antica educazione. Antica educazione che indossa le città, non le offende. Lui è il presidente che ha il rigore di chi deve creare non ripetere. Una eccezione in questa città ripetente, e ci mette genio, entusiasmo.

L’evento? Lo descrive lui, che io non sono degno:  e tanto tanto tanto Marco Zurzolo…! Uno dei più grandi sassofonisti italiani. E non vi dico degli altri componenti. La chitarra di Carlo Fimiani e il contrabbasso di Marco de Tilla…! E la chitarra flamenca di Roberto Ippoliti e le percussioni di Attilio Celona…! Latina merita un evento di questo spessore…!

Non senti il jazz in queste parole?

È tutto un complesso di cose
Che fa sì che io mi fermi qui
Le donne a volte sì, sono scontrose
O forse han voglia di far la pipì

La vita è jazz.

Al circolo cittadino e mentre qui si parla di cultura, il 4 qualcuno “eversivo” organizza un concerto jazz.

E i francesi si incazzano, che le palle ancor gli girano

E’ bello avere passioni, non lo dite a nessuno ma sono loro che fanno le rivoluzioni

Certi capivano il jazz
L’argenteria spariva
Ladri di stelle e di jazz
Così eravamo noi, così eravamo noi

Mi scuserà per questa mia Paolo Conte, mi scuserà Alfredo che mi onora dell’amicizia, mi scuserà il silenzio di Latina, ma sentite anche voi il bisogno di jazz che balleranno anche le zanzare.