Bonus vacanze? Ma chiediamo il diritto alla villeggiatura

Bonus vacanze? Ma chiediamo il diritto alla villeggiatura

2 Luglio 2020 2 Di Lidano Grassucci

Il governo incentiva la vacanza, per radio parlano di un articolo di Gianluca Nicoletti sulle difficoltà nell’ottenere il bonus vacanza previsto dal governo tra le norme anticovid, pubblicato nelle colonne de La Stampa.

Fa caldo e la vacanza pare una cosa santa, poi mi chiamano per farmi gli auguri (oggi è san Lidano) e mi parlano di casa al mare, che non lego alla vacanza. Ho la telefonata perduta di Titta Giorgi e lo richiamo, pure lui per gli auguri e… “ma che fai?”. “Sto in villeggiatura ai Colli…” è ironico, ma lo associo alla idea di casa al mare e la vacanza con la sua ansia di vedere, fare le cose, la sua velocità, tra voli e cose si contrappone al canto delle cicale nei pomeriggi di Sabaudia quando comincia la brezza del mare a togliere umido e salsedine e la sughera pare scudo al sol leone, o ancor meglio la linea di corrente del piccolo vento che rende l’ombra della quercia un paradiso.

Se la vacanza è ansia, la villeggiatura è tempo che ti prendi per il tuo tempo, non devi andare in nessun posto ma devi stare in “villa”, devi sentire la stasi dei muri che non è casa con la sua forzatura, ma piacere con la sua indisponibilità ad ogni dovere. Il villeggiante non passa, torna per stare. Il villeggiante non deve vedere, toccare, ma godere delle cose che già sa. Non è mai affamato di esotico ma coltiva le sue personalissime memorie.

Il governo non deve incentivare la vacanza piccolo borghese, ma l’aristocratica presenza in villa. Con i tempi della villa che al pasto ha il sapore di basilico, l’intensità del pomodoro e l’essenzialità della limonata ed è già esotica una cedrata. La villeggiatura ha i tempi di Morfeo e non quelli di Mercurio, ha il cocomero ad una certa ora che ti sporchi la faccia, non ha mai il sushi con la sua cruda barbarie.

Quando rinfresca poi deve liberarsi dalla zanzara e assaporare un birra leggera che disseta e fa sudare per ricominciare e parlare, parlare sempre di vite lontane nel tempo ma presenti al bisogno del fresco.

Il bonus? Ma che mi frega, che ci frega, qui come dice Don Buro in Vacanze in America: ma che America e America, voi mette st’aria fresca di Frosinone, qua si sta bene di capo, di corpo e di pancia.

E affondo la forchetta nella mozzarella e cola il latte suo pomodoro, profuma di basilico

 

Nella foto una scena del film di Carlo Vanzina, Vacanze in America