Lastovo, un tempo Lagosta, un tempo Italia. Quando la storia trova un autore

Lastovo, un tempo Lagosta, un tempo Italia. Quando la storia trova un autore

24 Luglio 2020 0 Di Maria Corsetti

Spostando l’acqua in un tuffo è la vita, raccolta e narrata da Ermanno Dodaro e Tullia Ranieri, della famiglia Romita che da Bari si trasferisce nell’isola piena di luce. Ma ogni guerra ridisegna i confini e segna gli uomini

 

Un libro che parla di mare e di storie.

Le storie delle persone che si intrecciano con quella più grande di una storia senza perché. Di un mondo che si ribalta in un tempo breve, schiacciando le storie più piccole.

Storie più piccole che continuano nelle periferie del mondo, ancora più tristi nella periferia romana. Nelle periferie del mondo si può chiedere aiuto all’oblio.

Ma l’oblio è impossibile, se al di là della periferia c’è l’accecante bellezza di Roma. Se si avverte la voce di un’eco, l’eco del mare arriva anche lì.

Inizio a leggere “Spostando l’acqua in un tuffo” di Ermanno Dodaro e Tullia Ranieri.

La copertina è in bianco e nero, ma non guardo neanche la foto. Voglio leggere e sono aiutata dal formato comodo del piccolo volume.

Lastovo, l’isola ubriaca di luce è il sottotitolo.

Mare, luce e un nome mai sentito, Lastovo.

I protagonisti di questa storia, che è una storia vera, sono i nonni, la mamma e gli zii di Ermanno Dodaro. L’origine è pugliese, dalla Puglia alla Dalmazia è un attimo. I confini sono un’invenzione dell’uomo e nel secolo breve questa invenzione si è fatta sentire.

La storia di Nicola Romita, bello e benestante, della moglie Maria, piccola e risoluta, dei loro tanti figli ricorda le epopee di tanti romanzi, ispirati a storie vere, da Cent’anni di solitudine a Canale Mussolini. Ma qui c’è una storia che è vera con i nomi veri. Come una trama in cerca d’autore.

Se i nonni di Dodaro fossero rimasti a Bari questi fatti non sarebbero accaduti. Ma Lastovo, allora Lagosta, era Italia e il trasferimento non era cosa straordinaria. Una famiglia che sceglie un luogo nuovo dove vivere e lì rimane a vivere. È una storia che accade sempre, è la storia dell’uomo.

C’è una guerra, la seconda mondiale. L’isola che era italiana e a un tratto non lo è più. Vietato parlare italiano. La guerra pretende una decisione, da che parte combatterla. Se si decide per la parte italiana va a finire male subito, dall’altra parte al momento si rimane vivi, il campo di battaglia disegnerà giorno per giorno il destino.

Ermanno è un musicista. Una sera, dopo aver tenuto un concerto nel cuore di Roma prende la strada verso l’Adriatico. Inizia il suo viaggio e inizia anche il mio dietro le pagine.

È un viaggio circolare. Si parte da Roma, si arriva sull’isola piena di luce per vivere con la gioia di ragazzi nati nella prima metà del novecento che correvano nel bosco per tuffarsi in mare.

Si torna a Roma su un camion.

La guerra finisce e il mondo cambia i suoi confini. Tempi difficili per decidere di rimanere italiani, tempi che se vuoi continuare a parlare la tua lingua ti fai la valigia, una valigia senza oggetti di valore, ti metti su un camion pieno di gente ed torni in una Italia ristretta e lacerata.

Rimani italiano in una periferia di Roma, tu che sei giuliano dalmata e non sai neanche che significano queste due parole. La tua casa era un’altra.

Con queste anticipazioni non tolgo nulla allo stupore che provocano le pagine di Dodaro e Ranieri. Sono sicura perché l’ho letto una volta e poi l’ho riletto dopo qualche settimana e mi è piaciuto allo stesso modo.

Non so neanche dire se è un libro triste, credo di no. L’amarezza dell’esodo giuliano dalmata è una vergogna, la narrazione della vita di prima è una gioia. La semplicità dell’autore bambino per il quale dalmata equivale a un bel cane bianco a chiazze nere, e per molti è stato così prima di capire, semmai si può capire la storia.

Lastovo, Lagosta, Augusta Insula, Ladestanos, Ladest, tanti nomi nei secoli per l’isola piena di luce. Viene voglia di andarci per vedere la bellezza narrata dalle vite di Nicola, Maria, Tilde, Pina, Dina, Anna, Gilda, Nanda, Etta, Arturo, Totore e Vito.

 

SPOSTANDO L’ACQUA IN UN TUFFO

Lastovo, l’isola ubriaca di luce

Ermanno Dodaro e Tullia Ranieri
Fefè Editore
Anno 2020
Pagine 172
€ 13,00